I tifosi giallorossi con il passare dei giorni stanno conoscendo uno a uno i dieci nuovi acquisti del calciomercato estivo della Roma 2018/2019. Dopo Bianda, Coric e Marcano, stamattina è stato il turno di Bryan Cristante. Ecco le sue parole
Lo scorso anno con l’Atalanta ha affrontato la Roma di Di Francesco. Che impressione ti aveva fatto da avversaria?
La Roma mi ha fatto sicuramente una grande impressione, Di Francesco ha fatto un gran lavoro e si è visto, i risultati sia in Champions che in campionato l’hanno dimostrato.
Primi allenamenti con i compagni e con Di Francesco. Cosa ti ha chiesto il mister nello specifico?
Ancora siamo all’inizio, sono i primi giorni, ci stiamo rimettendo un po’ in moto e ci stiamo riattivando. Però ci ha già fatto vedere e ci ha già dato un input delle sue idee e di quello che vuole, di giocare un bel calcio e della pressione alta. Adesso avremo tutto il tempo per lavorarci bene e di metterci a completa disposizione.
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La Roma quest’anno sta cercando di aumentare la quota gol dei centrocampisti. Lei lo scorso anno è andato in doppia cifra. È questa la sua missione: portare più gol in un reparto in cui Di Francesco cerca soprattutto inserimenti?
Il mio obiettivo qui è fare bene, il meglio possibile, poi ovviamente i gol sono solo d’aiuto per le prestazioni. Quindi se si portano dei gol è un aiuto maggiore alla squadra. Per cui sì, anche questo fa parte del mio obiettivo qui.
Cosa è cambiato nella sua carriera grazie all’Atalanta rispetto alle squadre precedenti?
È stata la crescita normale di un giovane. Ho fatto le mie esperienze e tutte mi hanno dato quel qualcosa in più. Quindi quando sono arrivato all’Atalanta si vede che ero nel momento giusto per poter esprimere il mio potenziale. Poi sono stato aiutato sicuramente da un bell’ambiente e da un grande allenatore. Però penso che tutto il percorso che ho fatto mi abbia dato una mano per trovarmi in quella situazione.
Il tuo nome in un periodo dell’anno è stato accostato alla Juve, ma anche alla Lazio, si parlava quasi di affare concluso. Quanto c’era di vero? E se sì, perché ha scelto la Roma?
Non ho mai guardato più di tanto le notizie, i giornali e varie TV. So solo che c’è stata questa offerta della Roma e io non ho esitato, perché penso che questo sia il posto giusto per me, per la crescita che sta avendo la società, per l’allenatore che c’è e per tutto. Come c’è stata questa offerta, sono corso qui perché, ripeto, credo sia il posto giusto per me.
Potresti essere il centrocampista più caro della storia della Roma come costo iniziale. Questo potrebbe essere un incentivo o un peso?
Mah, innanzitutto i tempi sono un po’ cambiati, diciamo che col mercato di adesso i prezzi sono più alti, quindi secondo me non si può fare questo paragone. Però, insomma, la vivo normalmente, so che devo fare bene, so che devo e posso crescere ancora tanto e lo devo dimostrare qui adesso.
Scegli un numero di maglia abbastanza pesante, la “4” era di Nainggolan. Senti il peso di questa responsabilità, soprattutto nei confronti dei tifosi?
Nei confronti dei tifosi c’è responsabilità in qualsiasi caso: chiunque arriva deve dimostrare ai tifosi e deve giocare anche per loro. Ma a livello di peso non lo sento. Non arrivo qui per fare la guerra a qualcuno che c’è stato, ma per fare il mio percorso, per crescere ancora tanto, per lavorare e per fare bene. Penso a me stesso e al presente.
Cosa non ha funzionato nella tua esperienza al Benfica in Portogallo?
Ero un giovane di 18 anni che arrivava in uno dei top club europei. Non sono andato lì con l’obiettivo di diventare il titolare fisso. Il mio obiettivo era uscire, continuare il mio percorso di crescita e fare esperienze. Così è stato. Quando è arrivato il momento in cui avevo voglia di giocare, sono uscito. Non sono andato lì con l’obiettivo di diventare il titolare fisso inamovibile dopo un mese che mi trovavo al Benfica.
C’è un calciatore con cui potrai creare un rapporto sul campo come quello che aveva col Papu Gomez? Magari Pastore?
Ci sono tanti grandi campioni qui alla Roma. Sicuramente non sarà difficile trovare chi ti mette le palle giuste. Adesso sono i primi giorni, ancora non saprei dire un giocatore. Ce ne sono tanti, davvero tanti forti, sicuramente qualcosa si farà.
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