Eusebio Di Francesco, tecnico della Roma, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della partita contro il Milan. I giornalisti chiedono: E’ il periodo più delicato della stagione? I periodi sono sempre delicati. Adesso le partite iniziano ad essere meno e il margine di errore inizia a ridursi. Dobbiamo volere fortemente questo terzo posto, in Champions dobbiamo passare. E’ un momento molto importante della stagione”.
Gattuso ha dato una scossa al Milan. E’ sorpreso dal suo rendimento?
Il Milan ha un’ottima squadra, Gattuso è riuscita a sfruttarla al meglio. Il Milan gioca un buon calcio, ha una buona organizzazione, Rino ha fatto un ottimo lavoro, gli faccio i complimenti.
I giocatori sono tutti pronti, ieri si sono allenati tutti con il gruppo. Schick potrebbe giocare dall’inizio come tanti altri. Nella normale turnazione di squadra, e non si parla di senatori e altro, ci saranno dei cambi.
Che cosa vi siete detti a caldo con la squadra?
Chiarisco tante cose uscite, non vere. Io dopo la partita non parlo mai con la squadra, non ho parlato con i dirigenti, ma ho fatto solo due chiacchiere a cena. Ho riparlato con la squadra solo ieri, neanche giovedì. Ho dato alla squadra il messaggio che in Champions possiamo passare il turno e dobbiamo ritrovare la forza e la continuità. Non dico per 90 minuti, ma anche per 70, sarebbe il top per vincere le partite. Se c’è qualcosa di personale rimane sul personale.
Mi fate sorridere con questa domanda. Mi avete massacrato per farlo giocare trequartista e ora non siete contenti. Lui deve ritrovare forza e determinazione, al di là del sistema di gioco. Sono quasi felice che questa cosa del modulo è stata smentita, anche se io sarei stato contento se avesse segnato 10 gol. Io alleno la Roma, l’importante non è il singolo, ma la squadra. Devo portare la Roma a fare prestazioni di squadra importante. L’aspetto mentale e l’atteggiamento fanno la differenza, sono convinto che tornerà ad essere il Nainggolan che tutti conosciamo.
Che cosa manca alla Roma attuale per arrivare ai livelli di quella del 2001?
Il desiderio è di costruire insieme una mentalità. Che passa attraverso tante cose: regole, progettazione, continuità. Lì si è costruito qualcosa perché era un gruppo che ha giocato insieme per diversi anni, c’era una coesione fondamentale. Non si può però fare il paragone, sono mondi e generazioni diverse.
Ci sarà il ritorno al 4-3-3?
Le caratteristiche dei giocatori sono alla base del sistema di gioco. Però devo dire che si potrebbe tornare al 4-3-3, ma lo avevo già detto. La forza della squadra deve essere quella di saper fare tutti i sistemi di gioco. Il problema è quello di interpretazione della gara. Nel primo tempo c’è stata una cosa, nel secondo tempo un’altra. E’ un aspetto totalmente mentale e non fisico. Io alleno in una determinata maniera, dobbiamo crescere nella continuità.
Sia con che senza. Voi spesso mi chiedete di Schick quando la squadra perde, è un giocatore forte e importante, come lo è Edin Dzeko. Loro possono essere i centravanti di questa squadra, Defrel è un pochino più un jolly, può giocare dietro la punta o sull’esterno. E’ più facile che giochi uno tra Dzeko e Schick e non entrambi.
Pallotta ha parlato nuovamente delle radio romane. Lei avverte questo problema?
Non ho sentito queste dichiarazioni. Non ascolto le radio, è una mia scelta, nel bene e nel male non le ascolto. Non posso dare risposte su cose che non conosco. L’argomento non lo conosco.
Radja nell’ultimo periodo ha avuto qualche problemino ad un polpaccio, superato questo parlo di qualche numero. L’analisi dell’ultima gara dice che quella con lo Shakhtar è stata una delle migliori prestazioni di Nainggolan a livello fisico. Dal punto di vista fisico è in crescita, come lo è il resto della squadra.
Come si supera il problema della continuità?
Cercando di stimolarli costantemente al fatto di lavorare. Nel primo gol la liena difensivas è scappata benissimo per tutto il primo tempo. Nell’attimo in cui hai avuto meno attenzione ti hanno fatto subito male. Dobbiamo farne tesoro per il ritorno ed anche per il campionato. Il concetto è solo allenarlo.
Ha mandato El Shaarawy in tribuna, come mai?
Ho preferito Cengiz che ha fatto gol, ho sbagliato anche lì. Più che il pedigree contano le condizioni psicofisiche dei calciatori. Stephan è uno di quelli che ci ha portato lì, ma era una scelta dovuta al fatto che non lo vedevo al top della condizione fisica e mentale. Avevo bisogno di due difensori viste le condizioni di Florenzi. Non l’ho fatto volentieri, ma ho dovuto fare una scelta. Ho parlato con Stephan, deve ritrovarsi, tornerà un giocatore importante. E’ una scelta che mi dispiace, l’ho fatta ed è tecnica. Inutile nascondersi.
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