Gianni Buffetti, direttore generale della Polisportiva Selva Candida di Roma, ha seguito passo dopo passo Matteo Politano nel suo percorso di crescita fino al 2004, anno del suo trasferimento al club giallorosso. Nessuno lo conosce meglio di lui, è chiaro. Infatti, il direttore ha continuato a stargli vicino durante tutte le tappe della sua carriera. Ora, l’attaccante classe ’93 è al centro di un duello tra Napoli (in pole), Roma e Juve.
Si aspettava un’escalation così?
«Conoscendo la sua formazione, il suo percorso, le sue qualità umane e professionali, posso dire sì, me lo aspettavo. E’ una grandissima soddisfazione per me e tutti i collaboratori del Selva Candida. Segnava tanto, portava allegria nel gruppo e spronava anche gli altri ad unire sempre i sacrifici con il divertimento. Doveva essere cacciato dal campo, sarebbe stato 25 ore al giorno a giocare con il pallone. Lui ama il calcio e spero che continuerà ad amarlo. Inoltre sono sicuro che saprà affrontare eventuali difficoltà. E’ un ragazzo spigliato, che tutti i genitori vorrebbero avere».
Lo ha sentito recentemente?
«E’ tormentato. Ho preferito lasciarlo tranquillo, ma ha già deciso».
L’amministratore delegato del Sassuolo, Giovanni Carnevali, ha confermato il desiderio di Matteo: giocare a Napoli.
«Sì, con Sarri lo vedrei bene, conoscendolo, poi, si farebbe volere bene da tutti. Mi auguro che tra qualche mese possa diventare, nel caso, un idolo del San Paolo».
Lo corteggia anche la Juve: eventualmente, quale squadra gli consiglierebbe?
«Mi dispiace intanto che non ci sia la possibilità di rivederlo a Roma. Ai giallorossi uno come lui farebbe comodo. Molto. Tra i bianconeri e gli azzurri, gli suggerirei comunque la soluzione azzurra. Alla Juve, infatti, è più difficile emergere, mentre a Napoli potrebbe diventare un punto di riferimento importante, essendo tra l’altro italiano con un cognome del sud».
«Di Francesco lo conosce molto bene. E in questo momento Matteo potrebbe risolvere almeno il 25% dei problemi della squadra giallorossa: è il perfetto esterno destro che la società capitolina ha a lungo inseguito. Ha un mancino vellutato, può partire da sinistra, destra, centrale. Per Politano, Eusebio, tra l’altro, era un fratello maggiore: un tecnico che ha sempre rispettato. Aggiungo: una sua avventura bis nella capitale sarebbe stata una storia bellissima».
Chi era l’idolo di Matteo?
«A lui piaceva tantissimo Maradona. Ma io gli dicevo ‘Qui c’è Totti, come Maradona?’. E’ un tifoso della Roma: mi chiese scusa quando segnò contro i giallorossi».
Fonte: Eleonora Trotta per Il Messaggero
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