NOTIZIE AS ROMA DICHIARAZIONI DZEKO – L’attaccante giallorosso Edin Dzeko ha rilasciato un’intervista alla rivista sportiva tedesca ‘Kicker‘, nella quale affronta vari temi, tra i quali anche quello dello scudetto, lasciandosi andare anche a parole molto importanti.
“Ho ancora due anni per portare lo scudetto a Roma e anche se questo campionato è più equilibrato la Juventus è sempre la favorita. Io accetto le critiche degli addetti ai lavori, ma spesso giudica chi non ne capisce molto: queste critiche le ignoro.
Sui primi mesi a Roma
Il primo anno è andato male perché al City, durante la preparazione estiva, non mi avevano fatto giocare sapendo che sarei andato via. Fisicamente ero fiacco e in più il non fare gol comincia a pesarti anche psicologicamente. Dovevo ambientarmi in questo campionato che è difficile. Archiviamo quella prima stagione: è stata d’insegnamento. Avrei potuto lasciare la Roma dopo il primo anno, ma non sono uno che molla. Quell’estate ho liberato la mente dai brutti pensieri, ho lavorato sul fisico e fatto una preparazione come si deve. Nel calcio è tutto troppo bianco o nero: se Messi e Ronaldo non segnano per due partite, cosa che non accade quasi mai, si parla di crisi. Non siamo robot, possiamo far bene e a volte meno.
Sui tifosi della Roma
I tifosi a Roma sono incredibilmente fanatici e il calcio qui a volte ha un’importanza esagerata. Allo stesso tempo però giocare davanti a loro ti trasmette quella spinta in più. L’addio di Totti è stato emozionante, stavo per piangere perché una leggenda smetteva di giocare a calcio. Ma era il momento giusto per smettere, lo sa anche lui. A Roma è difficile passare inosservati: se uno mi vede a cena parte il caos e in 100 mi chiedono autografi. Se posso evitare di andare in città evito. Qui però si vive bene, anche mia moglie e i miei figli stanno bene. Stiamo a metà novembre e fa calduccio. In Germania non credo sia così…
Il derby si avvicina…
Per chi non lo vive è impossibile capire: se vinci per i tifosi la vita è più bella. Ora le proteste delle tifoserie sono finite, quindi vivrò il derby più caldo. Queste partite in uno stadio semi-vuoto erano tristi
Cosa ne pensi dei prezzi elevati dell’attuale mercato?
Nessun giocatore dovrebbe valere 222 milioni. Sei anni fa prendevi un top-attaccante per 30 milioni, ora ne spendi 50 per un difensore. Ormai il calcio è legato al business.
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