Siamo a fine stagione, è tempo di bilanci e previsioni anche per Daniele De Rossi. Il futuro è in giallorosso? Due settimane fa, in un’intervista rilasciata ai microfoni di ‘Sky Sport’, che andrà in onda domani alle 13.30 e di cui vi proponiamo solo un piccolo stralcio, il centrocampista ha dichiarato:
Alla Roma per un altro anno?
“Sai che non lo so, almeno in questo momento non lo so. Credo non sia neanche tanto importante. In altre stagioni è stato più difficile restare e legarsi a questa maglia. È una storia d’amore talmente bella che ridurla a finire un anno prima o un anno dopo in questa città o in un’altra sarebbe sbagliato”.
Futuro incerto?
“Non è insicurezza, non sto mica pensando a chissà cosa. È un momento in cui non sto parlando ma ci sto pensando tanto. Me lo dirà il mare forse, qualcosa capirò. C’è un rapporto solido, d’amore, che comunque vada non si interromperà. So che sembra un commiato anticipato ma non è così. Lo sto dicendo a prescindere”.
Parliamo di due dame: la vittoria e la sconfitta…
“Partiamo della vittoria, che in questi anni mi sono accorto non essere così semplice da raggiungere, non l’ho raggiunta nella maggior parte dei casi. È per le persone e per le squadre eccezionali. Però c’è un grande limbo tra vittoria e sconfitta, che è quello dove abbiamo navigato noi della Roma per tutta la mia carriera. Uscire sconfitti da un campionato non è detto che sia arrivare secondi o terzi. Arrivare secondi in un campionato vuol dire che vinci tante partite, ne perdi poche, lavori bene ogni settimana, hai la mentalità giusta, significa per certi versi sei un professionista e un vincente. Purtroppo non sei il vincitore, quello che arriva primo, e questa cosa mi distrugge”.
L’intervista è stata registrata due settimane fa: per cui, nessun allarme. L’offerta della società è un rinnovo per un anno più opzione sul secondo a 4 milioni a stagione, due in meno rispetto a quanto guadagnerà fino a giugno. Si tratta di un accordo molto vicino, manca solo la firma e l’ufficialità, con Capitan futuro pronto a trasformarsi nel capitano vero e proprio dopo la fine della carriera di Totti.