Spalletti si racconta all’Equipe: “Se non vincerò nulla andrò via. A Roma c’è qualcuno che…”

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Luciano Spalletti ©Getty Images

NOTIZIE AS ROMA DICHIARAZIONI SPALLETTI – Il tecnico giallorosso nel giorno di Lione-Roma, ha rilasciato un’intervista al quotidiano francese ‘L’Equipe’, nella quale si racconta a 360° e svela anche qualche anticipazione sul suo futuro, lasciandosi a dichiarazioni forti. Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni:

Sul ritorno nella capitale
L’affetto per questa città, per questo popolo romanista, per questo movimento presente ovunque. Ma soprattutto sono tornato per l’amore per questa che è la squadra del cuore dei miei figli.

Sulla piazza e sulla città
Roma è il centro della politica italiana e questo influisce su tutto. Qui tutti è amplificato, l’ho sempre detto. Il coinvolgimento dei tifosi è assoluto, tutti vogliono avere l’ultima parola, come se ci fosse il derby tutto l’anno.

Sul rapporto con i giornalisti
La prima volta che andai via da Roma praticamente fui costretto a farlo. Qualcuno cominciò a scrivere che Spalletti non aveva vinto nulla, un po’ di gente gli è andata dietro, sono stato messo nelle condizioni di andarmene. Solo che dopo di me certe situazioni sono successe anche ad altri e sono andati via allenatori che ora guidano squadre di primo piano. Questo significherà qualcosa. Sono tornato a Roma dopo quasi sette anni e ho ritrovato le stesse situazioni, gli stessi meccanismi. Allora dico: se si continua così, se si ripetono sempre questi comportamenti, in questa città continueremo a non realizzare mai niente. E’ per questo che sono tornato: per non lasciare la Roma in balia di certe persone che pensano di fare il bello e il cattivo tempo.

Poi continua
A Roma le condizioni di lavoro sono ottime, esistono però delle situazioni e dei personaggi che agiscono e fanno da ostacolo.

Sui tifosi della Roma
Sono i supporter della squadra della capitale d’Italia. Sono caldi, passionali, e consapevoli di cosa rappresenta la loro città e questo li spinge ad avere ambizioni elevate. A Roma c’è la necessità di vincere.

 

Sul rapporto con Francesco Totti
Avere ancora a disposizione Totti, nonostante l’età, offre un vantaggio notevole: quando lui entra in campo si crea improvvisamente un’atmosfera, una partecipazione del pubblico incredibile, possiede un magnetismo straordinario. Mi viene da sorridere quando, ancora oggi, qualcuno cerca di paragonarlo a qualche altro campione del passato. Totti somiglia solo a Totti! E’ unico, è l’assoluto! Detto questo, è importante che la passione e l’entusiasmo che lo circonda non tolga forza anche agli altri calciatori. Perché lui agisce all’interno di un collettivo.

Tempo fa lei disse che se la società non rinnoverà il contratto a Totti anche per la prossima stagione lei andrà via. Perché questa presa di posizione?
Perché ad un certo punto, siccome il rinnovo del contratto tardava ad arrivare, alcuni hanno cominciato a scrivere che ero io a volere che lui smettesse di giocare. Il che è completamente falso. Anzi, io penso che Totti debba giocare fino a quando lo vorrà e la società deve accontentarlo. Se non lo farà andrò via. Così nessuno potrà avere dubbi su come la penso.

Sul suo futuro
Io resto fedele alla mia vecchia idea del privilegiare il gioco di squadra, il collettivo. Riuscire a mettere al centro il pallone e attorno a questo far ruotare tutti gli altri elementi: fisicità, velocità, carattere, qualità tecnica individuale.

Quindi?
A Roma, per tutta una serie di motivi è imperativo vincere. Ormai da questo non si esce più fuori. Non c’è la possibilità di immaginare una crescita graduale, tutto è rapido, accelerato. Quindi è molto semplice: se non vincerò qualcosa significa che non avrò fatto meglio dei miei predecessori e quindi andrò a casa.

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