SASSUOLO-ROMA CONFERENZA STAMPA SPALLETTI – Il tecnico giallorosso, Luciano Spalletti, parla in conferenza stampa per presentare il match di domani sera tra Sassuolo e Roma, valido per la decima giornata di Serie A. Ecco le sue dichiarazioni
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Sugli infortunati
Mario Rui ha ancora un po’ di tempo, Vermaelen deve fare ancora dei passaggi per essere poi nelle condizioni di fare una scaletta. Peres e Perotti siamo fiduciosi per Empoli se le cose non cambiano. Seck ci vuole ancora una settimana e poi lo riprendiamo in considerazione per Bologna. La notizia è che Rudiger è con noi.
Poi una precisazione
Tirare in ballo una libertà di stampa in funzione a quello che è successo, secondo me c’entra ancora meno cone le ‘Galline di Cioni’. Mi è parso di notare, in generale, e se volete anche in maniera più diretta. Ho visto quando avevamo preso El Shaarawy, ho visto dei titoli del tipo ‘a che serve il faraone’. Ho visto delle partite giocate bene, giocate male da qualcuno, facciamolo giocare, diamogli tempo di entrare a far parte di una squadra. Discorso Nainggolan, ognuno ha interpretato in maniera soggettiva. ‘Totti ha purgato e ha vinto contro Spalletti’, c’è un’interpretazione personale di quelli che sono i fatti, l’importante è saperlo, la libertà di stampa guai a chi me la tocca. Deve essere totale.
Sul Sassuolo di Di Francesco. Quali sono le difficoltà di questa partita?
E’ una squadra allenata bene, ha una società forte che mira i giocatori da far crescere, dandogli la possibilità di migliorare, cosa che non possono fare tutti. I talenti ci sono, ma è più difficile la collocazione. Ci sono delle realtà dove diventa più difficile, e questo a loro gli è permesso. La velocità degli attaccanti, anche se gli manca qualche giocatore forte anche a loro, comunque sono bravi, Di Francesco ha fatto vedere che si fida di tutti.
Su Di Francesco, nella stagione 2005/2006 in cui era team manager, c’è un ricordo?
Si era già un allenatore, ogni tanto veniva li e quando gli davo la formazione mi diceva ‘ma che fai giocare questo’, era un uomo di campo, già nelle vesti di allenatore, anche perché stava studiando per diventarlo. Ad esempio noi abbiamo Beccaccioli analista e molte volte i montaggi li fa da solo, anche perché sa cosa serve. Adesso sta facendo vedere che ha personalità, ha toccato i tasti giusti. Quello che è il suo interpretare il ruolo da ex calciatore ad allenatore ed è già in condizione di far male a tutti.
Il Sassuolo ha una colonia di giovani giocatori cresciuti nella Roma
E’ una domanda corretta che scaturisce un po’ di curiosità, perché hanno preso diversi nostri giovani, che anche secondo me erano forti. Però io mi sono trovato in alcune situazioni alle quali dovrebbe rispondere Sabatini, perché io non me ne sono occupato. Mi sono trovato a dover discutere di alcune posizioni dove io scelgo quello che è il titolare, poi nell’idea che si modifica, si devono mettere accanto alcuni giocatori. Però se un giocatore non gioca, non ci vuole stare, vuole andare a fare un campionato, essere sentito, chiamato in causa tutte le volte. C’è il giocatore che ha mercato, dal quale prendi due soldini, oppure quello che non ha mercato e non prendi due soldini. Nel dubbio di tenere quello che ha valore e che puoi sostituire e quello che ha il mercato più difficile e non prendi niente, e ti fanno lo stesso gioco, tu lo mandi a giocare. Iago Falque qui avrebbe perso la consistenza, Ljajic è un altro, aveva mercato. Con lui non ci ho neanche parlato, mentre con Iago si. La composizione era quella lì, se non lo fai giocare con continuità, perde le qualità che ha. Per esempio Ricci si manda a giocare o si tiene a fare la riserva? Poi magari ti fa pentire della scelta, ma intanto torna che ha un valore. Noi facciamo attenzione a tutto, diventa difficile indovinarle tutte.
Sulle condizioni di Jesus e Strootman
Juan Jesus ha questo risentimento al polpaccio, ma è nelle condizioni di stare dentro. Strootman parte dall’inizio, ha recuperato e gioca. Un’ora la fa con tutta la qualità che possiede.
Iturbe e Gerson sono due giocatori che a gennaio possono andare via?
Sono valutazioni che noi facciamo su tutti i giocatori che abbiamo utilizzato poco quando si arriva a dicembre. Parlare di Iturbe e Gerson ora, ti dico di sì, ma se poi domani li devo utilizzare? Poi si arriva a dicembre e si valuta il gruppo, ecco perché poi Allegri aveva detto facciamo prima il mercato a novembre, perché ti accorgi di alcune situazioni.
Sul suo futuro
La penna del mio contratto ce l’hanno i calciatori, se non fanno bene è perché io li ho allenati male, noi abbiamo la necessità di vincere. Il dubbio sull’ambiente, no, l’ambiente è perfetto. Qual è la difficoltà? Che Roma ha bisogno di vincere, è forte, è bella. Quando vieni qui abitui l’anima alla bellezza infinita così, tornare indietro diventa difficile. Abituarsi a non vincere mai è difficile, ormai abbiamo consumato un po’ di tempo, dobbiamo cercare di vincere, che non vuol dire portare a casa un titolo, ma essere dentro, mandare un segnale forte.
Su Rudiger
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