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Conferenza stampa Spalletti: “Se Totti smette io non sarò l’allenatore della Roma”

FIORENTINA-ROMA CONFERENZA SPALLETTI – Il tecnico giallorosso Luciano Spalletti parla in conferenza stampa alla vigilia del match del Franchi tra la Fiorentina e la Roma, partita valida per il quarto turno di Serie A. Ecco le parole dell’allenatore del club capitolino:

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Sugli infortunati
Mario Rui, Rudiger e Nura indisponibili e anche Vermaelen che dopo la partita di Cagliari ha avuto un fastidio, poi è partito per la nazionale, ha fatto gli allenamenti, in amichevole non è stato fatto giocare, mentre nella partita contro Cipro è stato usato con degli anti infiammatori perché avvertiva dolore e poi quando è tornato aveva il massimo del fastidio. Lo abbiamo tenuto fermo con la Sampdoria, poi abbiamo provato durante la settimana contro il Plzen, ma si è visto che non era in grado di poter scendere in campo. Ora avverte ancora questo fastidio, per cui si tiene fuori. Rudiger tra una quindicina-venti giorni vedremo se sarà in grado di allenarsi con la Primavera e poi tornare con noi.

Sulla Fiorentina
Loro sono rimasti gli stessi, sono rimasti una squadra forte. Sousa è un allenatore stimato da tutti in una piazza non facile come quella di Firenze è segno che ha delle conoscenze importanti. Loro giocano un buon calcio fatto di possesso palla e di giocate per andare a fare gol. Qualche volta soffrono in fase difensiva perché cercano sempre di andare a fare gol, scoprendosi dietro. Il Franchi crea qualcosa di particolare, ma anche le altre squadre contro le quali abbiamo giocato. Qualsiasi partita diventa difficile. 

Contro il Plzen è sembrato che la Roma fosse meno efficace del solito sull’ultimo passaggio
Io le partite le rivedo sempre e più di una volta. A Plzen mi è sembrato che la squadra poi abbia avuto la stessa difficoltà dove non riesce ad essere continua, non riesce a far sua la partita, a gestirla. Dei momenti dove sono state fatte le giocate giuste ci sono stati. E’ vero che andiamo sotto la linea, perché non si riesce a riempire la partita individualmente. La cosa fondamentale è questo fatto di essere più precisi nella semplicità. Non riusciamo a trovare passaggi facili che ci permettono di essere quelli che gestiscono la situazione.

Su Salah, come sta vivendo questa vigilia? Lui è uno che riempie la partita?
Salah vive sempre allo stesso modo. E’ una persona perfetta, ha sempre il sorriso sulle labbra. Quando a volte fa finta di non capire gli dico qualcosa in fiorentino e si gira (ride, ndr). E’ rimasto attaccato a quella piazza ma è contento qui a Roma. E’ un giocatore che riempie la partita perché attacca di continuo la linea difensiva. Ha imprevidibilità, palla sui piedi, palla sopra. Esce da delle situazioni da solo che ha volte non ti aspetti, non bisogna neanche dargli troppe indicazioni. Per esempio Iturbe ha più bisogno di riconoscere quello che deve fare, gli vanno date più indicazioni, Salah ha più estrosità, ha più talento nel fare le cose e va lasciato un po’ libero.

Lei appena arrivato disse ‘smettiamola di parlare di ambiente’. E’ della stessa idea?
Della stessa idea sullo stesso ambiente e sulla squadra. Mi deformerò a fine anno se mi devo deformare. La squadra è forte, sui giocatori ci credo e ci continuerò a credere. Se si semina bene da qualche parte qualcosa nasce, bisognerà vedere cosa. Ho detto Iturbe da rivedere, ho detto rimandato, non ho detto che ho buttato via Iturbe. Vanno bene questi qui fino a fine anno, è una rosa che mi soddisfa e non mi deforma. Roma ambiente ideale per lavorare, chiaro che poi bisognerebbe riuscire a far nascere questo entusiasmo che ti supporta. L’imposizione è vincere, ma c”è anche la strada dove si può lavorare in maniera corretta, dove tu lasci dei paletti, far vedere che quella è la strada da continuare. 

Sugli errori individuali in fase difensiva. Questo lavoro che state facendo, vedi che viene recepito?
E’ vero abbiamo preso qualche gol di troppo, abbiamo fatto anche delle cose fatte bene e di questo non sento parlare nessuno. La difesa ha un’importanza effettiva nell’economia del gioco di squadra e nel raggiungimento dei risultati. Per come sono stati presi viene a interessare più la mancanza di fiducia o continuità. Se guardo il gol di Jesus e metto subito però in evidenza che ha giocato queste due partite non sicuramente al meglio. Precedentemente ci aveva fatto vedere qualcosa di diverso. Il momento che stiamo attraversando lo porta più a vedere la banalità che la scelta importante. La troppa voglia di ricerca ha causato qualche errore che noi non dobbiamo commettere. Quando si parla di testa si tratta di far riconoscere che il lavoro è giusto, i pensieri sono giusti, e la fiducia che riguarda il futuro. Sul colpo di testa lui è fortissimo, deve essere il suo cavallo di battaglia.

Nelle ultime tre partite ha riproposto la formula vincente dello scorso anno, con il tridente leggero. Poi nel secondo tempo ha sempre messo Dzeko. 
Sono divisioni alle quali pensate voi e io no. Questo è un modo per dividere la squadra. Penso alla formazione dell’anno scorso perché ha fatto vedere di essere stata una formazione che ha dato profitti alla Roma. Quella formazione lì ha bisogno di quella sostanza fisica che ha con Dzeko. Diventa più possibile trovare altre soluzioni. Si tratta di scegliere momenti. Se l’ho tenuto fuori giovedì sera, evidentemente lo voglio fresco a Firenze. Salah, El Shaarawy hanno fatto bene in precedenza. Non è sempre allo stesso modo. Devo infondere fiducia, perché poi sono convinto che qualcosa nascerà da qualche parte, e su quello si potrà costruire il resto. Al momento dobbiamo trovare un equilibrio senza subire o creare questi alti e bassi dove non riusciamo a essere poi una squadra forte che può ambire ai risultati importanti. 

Restando sul tema della continuità, si è chiesto perché la Roma perde concentrazione durante la partita?
Sul gioco mi sembra di dover dare la stessa risposta. Abbiamo fatto bene a lunghi tratti, anche nell’ultima partita. La chiave è quella di rifare cose semplici, possesso palla semplice senza andare a cercare la giocata che dia il contributo visibile.

Sul portiere. Ha deciso Alisson per le coppe e Szczesny per il campionato?
I portieri sono due calciatori normali. Ragiono come in un calcio moderno. Sei un titolare se fai meglio dell’altro, sennò gioca l’altro. Chiaro che ci sono momenti in cui puoi cambiare. Ho ritenuto opportuno fare così, probabilmente sbagliando. Le intenzioni sono andare a cercare dei momenti e poi si traggono delle piccole conclusioni, ma per me sarà sempre uguale. Noi abbiamo avuto un momento difficile. C’è ancora un lavoro da fare per lasciare una Roma migliore a come l’abbiamo trovata.

Sia con la Sampdoria che con il Viktoria Plzen quando è entrato Totti la squadra è cambiata. Vederlo dal primo minuto è una scelta improponibile?
Totti è possibile vederlo anche dal primo minuto. Quando è entrato ha fatto bene il suo lavoro, ma questo è un discorso in generale.

Rosa più o meno competitiva rispetto all’anno scorso?
La rosa è più competitiva.

Su Totti. Ha cambiato idea nell’utilizzo del giocatore?
Ho sempre la stessa idea su Francesco. Purtroppo viene usato anche in maniera sbagliata secondo me. E anche lui questo lo avverte, perché io non voglio togliergli niente. Ripartiamo da quello che è stato l’anno scorso. Ci ho parlato e poi si è partiti per un tragitto lungo tutto l’anno. La squadra ha cominciato a fare bene, ha avuto difficoltà nei primi 10 giorni e poi ha cominciato a fare bene. Voi no, a lei interessa solo una cosa e usate questa cosa qui spesso per creare distacco dentro la Roma. A prescindere si usa Francesco per spaccare la Roma. La società non va bene, il direttore generale non va bene, l’ambiente ho sempre detto alla stessa maniera, non va bene niente. E’ un genio, più di questo che bisogna dire? Secondo me ha un’età e deve dare una mano a far crescere altri giocatori importanti come lui. Vi interessa solo questo. Io posso o devo far vedere che vado in una direzione, però il fine può essere anche totalmente diverso. Francesco è un giocatore straordinario, ma la Roma se è solo Francesco non vincerà mai niente. Lui ha vinto tante cose, ma ha fatto vedere che da solo non basta. Il mio discorso è facile, e non va mischiato alla passione degli sportivi, quella è un’altra cosa. Ne parlavo stamane con lui. Si è allenato prima della squadra, gli ho concesso questo perché deve partecipare ai funerali della zia. Ho fatto colazione con lui. Abbiamo parlato di quello che ha detto Radja. Io non ho niente contro Francesco. Ho cominciato da quest’anno dalla prima intervista a dire che siccome voi tutti avete scritto l’ultima stagione di Francesco, io non la vedo così. Lo dirà il campo se sarà o se non sarà. Voi mi volete attribuire una responsabilità che io non voglio e che non ho, quella di quando smetterà. Se io le dico a lei che se io continuo solo se Totti continua, cosa mi risponde? Nessuno ha riconosciuto i meriti della squadra, ma solo a quelle volte che Totti ci ha determinato qualcosa di importante. Poi la sostanza del girone di ritorno, il record di punti l’ha determinato la Roma, non un calciatore solo. Se Totti sarà un giocatore della Roma, io sarò l’allenatore della Roma. 

Michele Spuri

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