NOTIZIE AS ROMA PRESENTAZIONE ALISSON – Il nuovo portiere giallorosso Alisson Becker è stato presentato a Pinzolo in conferenza stampa. Ecco le dichiarazioni dell’estremo difensore brasiliano, trascritte integralmente:
Abbiamo visto che hai parlato molto con Spalletti durante i primi allenamenti
Si ho parlato con il mister che mi ha spiegato come devo far ripartire l’azione. Sono qui per lavorare bene.
Hai notato delle differenze di allenamento tra l’Internacional e la Roma?
Se c’è qualche differenza forse riguarda l’aspetto tecnico, mentre il lavoro con il gruppo è abbastanza simile.
Buffon o Neuer?
Sono cresciuto con il mito di Buffon sin da bambino, è sempre stato il mio idolo. Nel calcio moderno ho apprezzato molto anche Neuer, ho sempre ammirato entrambi pur rispettando le differenze. Il primo è più tecnico, il secondo più fisico.
Quando hai firmato con la Roma ti è stata data l’opportunità di giocare titolare. Ora potresti avere un po’ di competizione con il possibile ritorno di Szczesny. Sei contento lo stesso?
Su Szczesny ribadisco che per me non è un tema importante. E’ un grande portiere che ha fatto bene alla Roma e io sono conentrato sul campo. Ci sarà un concorrenza leale, sono qui per dimostrare il mio valore.
Possibilità che riesca a prendere un passaporto comunitario?
E’ una possibilità ma non c’è ancora nulla di concreto
C’è stato un momento che potevi andare anche alla Juventus. Cosa ti ha convinto a venire a Roma?
Il motivo è molto semplice. Per la fiducia che la Roma ha riposto in me. Mi hanno presentato un grande progetto di lavoro. Io e la mia famiglia staremo molto bene a Roma.
Quali sono le tue caratteristiche?
E’ difficile palare di se stessi. Sono un portiere rapido, veloce, ho un buon senso della posizione, sia tra i pali che in campo, anche quando attacchiamo. Posso migliorare comunque su tutti i fondamentali, mi concentrerò soprattutto sulle uscite con la palla al piede.
Ti aspettavi un po’ di più dall’ultima esperienza in Coppa America?
Si certamente speravamo di fare meglio. Volevamo arrivare più lontano, ma il calcio è così. Il calcio brasiliano attraversa una fase difficile, di ricostruzione. L’obiettivo futuro è di poter tornare una grande nazionale.
Nell’evoluzione del portiere qui in Europa si guarda molto a come si goca con i piedi. Anche in Brasile si lavora su questo?
A livello di club a partire dalle categorie inferiori ho sempre giocato molto con i piedi. Il calcio si sta modernizzando, nonostante ci siano ancora dei pregiudizi da parte dei tifosi, specialmente quando c’è il retropassaggio al portiere. All’Internacional ho sempre giocato con palla al piede, così come in Brasile.
Cosa significa per te trovarti nello stesso gruppo con giocatori come Francesco Totti. Ti ha detto qualcosa?
Per me significa molto, è un grande giocatore, un idolo mondiale. E’ un onore. Mio nipote, il figlio di mio fratello, si chiama Francesco proprio per omaggiare lui. Non ho avuto ancora l’occasione di parlarci.
A volte per i calciatori basiliani è sempre difficile ambientarsi nel calcio italiano
Roma città simile a Porto Alegre, almeno sotto il clima. La difficoltà maggiore è quella della lingua. Già prima di arrivare in Italia mi sono cimentato nell’italiano, e non credo avrò problemi di ambientamento.
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