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Spalletti: “La qualità del gioco è un punto di vantaggio”

Luciano Spalletti (getty images) AsRl

NOTIZIE AS ROMA – Dopo i due nuovi arrivati Gerson e Alisson, quest’oggi è stata la volta di Luciano Spalletti, il quale si è presentato in conferenza stampa e ha parlato della stagione che partirà tra un mese con il preliminare di Champions League. Ecco le dichiarazioni del tecnico giallorosso trascritte integralmente:

Inizia il mister: “Mi ero appuntato qualcosa. Vi ringrazio di essere qui e volevo salutarvi. Per quanto riguarda questo viaggio, questo sarà carico d’amore e di sentimento”.

Sensazioni sui nuovi acquisti e sui giovani?
“La sensazione è che non ci siano fuoriclasse ma giocatori che possono aiutare a tirar fuori la qualità dei nostri. Alisson mi è sembrato un grande uomo, dotato di grande presenza, per quello che ho visto. Mi piace. Su Iturbe sono curioso. Lui, proprio oggi mi ha chiesto cosa pensassi di lui. Gli ho risposto che volevo vedere le sue qualità con i miei occhi. La forza, la corsa e il tiro sono da 10 sicuramente. Bisogna però fare attenzione anche a qualità come il pensiero. Però sono predisposto molto bene nei suoi confronti perché le cose più importanti le ha. Non conterà il gol di ieri sera per fare la differenza. Quello che conterà è la continuità. Il nostro periodo sarà lungo e ci vuole fermezza nelle valutazioni. Piano piano si comincia ma niente turberà la ricerca del nostro obiettivo finale. Paredes lo conosco abbastanza perché io sono di Empoli e l’ho potuto vedere. Lui ha delle qualità facilmente rimarcabili. Gli manca un po’ di velocità nella gestione della palla, nella qualità di scelta. Si dice che ha qualità quando calcia bene la palla però poi le scelte dove usare questa qualità sono ancora più importanti perché bisogna sapere quando fare il filtrante o anticipare il movimento del compagno. Da un punto di vista di copertura di spazi non ha un tratto lunghissimo ma è un gran calciatore. Mario Rui può sostituire Digne. Ha grande carattere e disponibilità al sacrificio, non ha grandi problemi con gli avversari pur avendo quella fisicità lì. Ha tutte le qualità. Seck è bellino perché è uno che rincorre e che si prende le responsabilità. Ha voluto far parte della nostra squadra. Ricci l’ho seguito io con Alessandro Pane. Nell’ultimo periodo abbiamo guardato i calciatori che avevamo fuori e ci ha fatto una buona impressione. Gerson ha delle doti e molta qualità. Non è facile fargli trovare un ambiente che lo possa mettere subito a frutto. Non ce ne sono altri se non sbaglio. Mancano i nazionali perché hanno ricevuto quel permesso che è un obbligo per ridurre lo stress. Dopo gli Europei dovevano staccare. Spero che gli bastino queste tre settimane. Sarà una stagione lunga”.

Domani si inizia in campo con la prima amichevole. Cosa si aspetta?
“Mi aspetto tutto. Diventa fondamentale l’idea di squadra e di stare in campo. Si andrà subito a parlare di quelle qualità che deve avere la squadra. Ai nostri avversari sarà concesso di venire nella nostra metà campo per prepararci contro avversari del nostro livello. Non dovremo tenere troppo la palla ma spostarla velocemente. L’anno scorso questo è stato il nostro marchio di fabbrica. Attraverso il comandare il gioco e il carattere che avremo si potrà fare la differenza per sopperire alle differenze. Bisogna sempre andare ad allungare la linea difensiva. L’anno scorso l’abbiamo fatto benino, non bene. In questo modo si aiuta il centrocampo. Questa cosa della palla scoperta/coperta va fatta più alla svelta. Poi ci vorrà anche qualità nell’impatto fisico. Anche chi non ce l’ha dovrà metterci qualcosa in più perché i contrasti vanno fatti e i duelli vanno vinti. Fase di possesso e di non possesso sono distinzioni corrette. Nella fase di nessuno bisogna portare a casa i palloni. Voglio vedere queste cose qui”.

Poco fa c’è stata la presentazione di Pjanic alla Juventus. Ha detto di aver capito perché era difficile stare davanti alla Juventus. Quanto è difficile fare a meno dell’unico centrocampista andato in doppia cifra nei gol e negli assist?
“Mire mi ha chiamato la sera prima di partire per andare a Torino. Ci siamo detti delle cose che ci riguardano. Su qualche dichiarazione fatta è necessario che mi accerti. Se dice che sono più bravi non posso saperlo. Io ho lavorato solo nella Roma ,tra le grandi squadre. Quando mi chiedono se un giocatore sia buono o meno mi rimane difficile non avendolo mai allenato. Se lui lo dice avrà le sue ragioni. La Juventus è stata brava a portare a casa un giocatore di qualità di scelta e di piede. Lui anticipa il tocco di un metro o lo ritarda di mezzo metro. Non ti fa capire il suo modo di pensare. È una caratteristica fondamentale che aveva Pizarro. Loro sono stati bravi e se lo godranno sicuramente. Noi dobbiamo trovare la soluzione. Qualcuna già l’abbiamo, qualcun’altra verrà con la conoscenza di questi professionisti. Tra quelli della Primavera qualcuno è ancora un ragazzo. Il gap? Il nostro obiettivo è confrontarsi alla pari con la Juventus, Napoli, Milan, Inter, Sassuolo, Lazio e Fiorentina, non è solo quello che fa piacere a voi. È chiaro che se si gioca a poker dove a un tavolo c’è un giocatore che ha vinto gli ultimi tornei e che possiede molte fiches e ha la possibilità di gestire la strategia di gioco, come si fa? Ditemelo voi. Loro sono stati bravi negli ultimi anni ma noi dobbiamo trovare le soluzioni per sopperire a questo. Abbiamo davanti un grande avversario”.

Juan Jesus può essere utile?
“È un giocatore di prima qualità, anche in considerazione della valutazione di quello che per ora la società può permettersi. Noi vogliamo giocatori di prima qualità. Stiamo lavorando per portare il meglio possibile”.

Oltre a Juan Jesus può arrivare un altro centrale, come Nacho?
“Sono giocatori che sono monitorati da Walter. Noi abbiamo bisogno minimo di 2 difensori. Servono giocatori duttili. Ora viene Juan Jesus, se lui è a disposizione e ti viene a mancare Manolas diventa un problema. Un destro può giocare a sinistra, difficilmente invece accade il contrario. C’è Anche Gyomber. Dobbiamo però prendere un giocatore duttile. Ruediger ci ha fatto comodo l’anno scorso per la sua duttilità. Un giocatore diverso da Florenzi in quel ruolo ci vuole. Noi seguiamo questi giocatori”.

La Roma deve essere ancora completata…
“Mi permetto di puntualizzare: il rischio di fare le cose subito ti può far perdere delle occasioni che possono arrivare la settimana successiva. Se vai a fare una forzatura quando non sei convinto e poi passa la situazione migliore, rischi di perderla. Noi ancora un po’ di margine ce lo abbiamo. Tieni conto che abbiamo 4 titolari che arriveranno tra 10 giorni. Un giocatore nuovo può arrivare tra 10 giorni. Chiaro che prendere prima un giocatore può aiutare a organizzare il tutto prima”.

Pensa di poter accorciare il gap con la Juventus con il gioco?
“La qualità del gioco è un punto che può andare a favore nostro, come altre cose. Forse la qualità del gioco ne vale 2 di punti. Essa può darti qualcosa in più. La Juventus può fare quello che le pare. Noi dobbiamo confrontarci nella maniera corretta con quegli avversari che ho citato pocanzi. Dobbiamo provare a vincere contro la Juventus. Non ci sono scusanti. Dobbiamo fare il massimo. Poi naturalmente al nostro tavolo del poker ci sono anche altri avversari”.

La ricerca di 2 giocatori nel reparto arretrato è anche in funzione del modulo, magari cambiando in corsa la difesa?
“Noi vogliamo esercitare il nostro modo di stare in campo durante la prossima stagione. Lavoreremo sia con la difesa a 4 che con quella a 3. La squadra dovrà saper cambiare”.

Ci può confermare il ritorno di Baldini a Roma. Lei lo spera che possa tornare in pianta stabile?
“Mi farebbe piacere perché è un professionista esperto. Io ci parlo lo stesso perché è un amico. So che è molto vicino alla figura del presidente ma questo riguarda loro”.

Tra i giocatori più acclamati c’è Dzeko. Lei vede dei miglioramenti dal punto di vista psicologico? Sarà lui il centravanti della Roma?
“Posso valutare solo la sua voglia di rimanere alla Roma. L’anno scorso ho cercato di aiutarlo tantissimo. Ora guardo quello che sta facendo. Lui deve avere nelle intenzioni di far parte della Roma. Se mantiene queste intenzioni lui sarà il centravanti della Roma”.

Si potrebbe chiarire la sua situazione contrattuale. Sarà il suo ultimo anno?
“Sì il mio contratto scade a fine stagione e non ho il rinnovo automatico. Questo non è detto che sia il mio ultimo anno. Sono un allenatore a scadenza a livello di carte. Poi lo dirà la stagione se sarà il mio ultimo anno o il mio primo. Io non voglio stare comodo, voglio sentirmi acceso e voglio che i giocatori sappiano che mi gioco la prossima stagione. Voglio far bene perché voglio rimanere. Per chi non è d’accordo questo è un messaggio. Bisogna lavorare in maniera professionale e nella Roma soprattutto perché si creano certe aspettative. Nella precedente situazione io sono stato benissimo e poi sono andato via. Il contratto serve più a voi che a me. I giocatori vengono indottrinati. A volti sono esperti, altre sono più giovani. Per quanto mi riguarda non funziona così, non ho da guardare a pararmi dietro qualcosa. Devo lavorare bene. Questo è un segnale giusto. Sarebbe facile per me fare un contratto lungo. Però potrebbe succedere come l’altra volta”.

Strootman sarà finalmente a disposizione. Può essere un leader?
“Di leader ce ne vogliono tanti perché il campionato è difficile. Nella Roma ce ne devono essere tanti. Siamo alla ricerca di altri leader. Strootman è uno di questi. Non carichiamolo troppo anche se su di lui non si corrono rischi, essendo bravo a gestire le responsabilità. Il ragazzo ha bisogno di un periodo di partite dove non sarà al massimo della sua qualità. Ha bisogno di giocare. Questa continuità di allenamenti lo può aiutare. Però Strootman è uno forte, molto forte”.

Due curiosità: Szczesny come cautela riguardo ad Alisson e El Shaarawy come possibile prima punta.
“El Shaarawy escludo che possa fare la prima punta pur essendo possibile di tutto nel calcio. In quel settore del campo lì bisogna vedere se ricevere palla di spalle o riceverla di taglio. Spesso ti trovi ad avere il tuo avversario che ti bacchetta forte. Lui ha bisogno di spazio per dare il via alla sua qualità di corsa e di tecnica. Spesso gli chiedo di stare più dentro al campo ma nei momenti in cui la squadra va ad attaccare la metà campo. Se in alcune situazioni entrasse 5 metri in mezzo al campo potrebbe fare meglio, infatti ha segnato diversi gol. Come riferimento centrale non lo metterei nella sua condizione ideale. Uno come Iturbe lo potrebbe fare per esempio. Anche a Salah ho chiesto di stare dentro al campo ma lui mi ha fatto capire di volersi allargare. Quando gli crei 360 gradi di attenzioni è diverso esprimersi rispetto a 180 gradi. Iturbe è bravo quando parte da destra. Questo fatto del piede contrario è una cosa che sposo. Quando Florenzi è stato messo a giocare in Nazionale a sinistra, da centrocampista può farti male rientrando sul destro perché ha un tiro importante. L’esterno alto lo può fare a sinistra, anzi sarebbe più prolifico. Da destra si contano più cross. Quando prima di arrivare sulla linea dell’area di rigore e si entra in campo si dà alla difesa il segnale di venir su. I portieri sono forti entrambi noi ancora Szczesny non l’abbiamo. Se sono 2 fortissimi vedremo le reazioni ma è sempre un vantaggio. Per Szczesny stiamo lavorando. Per ora abbiamo Lobont”.

Senza Pjanic chi può avvicinarsi a lui nel battere le punizioni?
“Ne abbiamo diversi: Florenzi, Perotti, El Shaarawy. Anche Iturbe ha un buon piede, Salah ha un buon piede. Pjanic è uno specialista. Ma anche i nostri diventeranno specialisti, perché ci sarà una corsa alla ricerca di quel ruolo. Totti le sa battere. Anche De Rossi le può battere”.

Il solo Strootman può sopperire all’assenza di registi come Keita e Pjanic?
“Dipende dalla scelta nell’affrontare alcune situazioni. Nainggolan ti salta addosso mentre Pjanic è bravo nell’ultimo passaggio. Ho dei sostituti: Paredes lo può fare, De Rossi anche. C’è anche Vainqueur che è bravo nel fraseggio e molto tignoso in quella zona lì. In questo è il top. In questo momento sono tranquillo”.

Vocegiallorossa.it – A inizio conferenza ha definito fondamentale lo spostare il pallone. Ha visto in campo qualcuno con un deficit di carattere mentale che possa rendere difficile concepire il pallone come un arma o  come un potere?
“Nell’allenamento di ieri ho detto 10 volte che questo va fatto. Poi ho detto una volta che se si fa questo non va bene perché chi ha paura non gioca. 10 a 1 hanno fatto la cosa giusta. Poi se non ci prendiamo delle responsabilità diventa difficile il confronto. Bisogna stimolarle. Ora se mi si dice questo, vuol dire che è rimasto più impresso. Ci starò più attento”.

Totti?
“Ha evidenziato che il modo giusto di gestirlo è quello lì. Magari lo si poteva utilizzare un po’ di più. Come non ero d’accordo a vederlo in campo sempre, non sono d’accordo adesso con chi scrive che questo sia il suo ultimo anno. Non sono io quello che può dire quando deve smettere. Tantomeno non potete essere voi. Ognuno la pensa come vuole. Per quanto mi riguarda Totti deve continuare a giocare. Perché lo volete far smettere? Voi se scrivete che Totti smetterà vuol dire che volete che lui smetta. Quando vi fa comodo scrivete quello che volete. Il tempo che intercorrerà tra l’ultima partita e l’addio di Totti sarà breve. Poi non bisogna caricare il giocatore che questo sarà il suo ultimo campionato. Questo pensiero lo dico a tutti. Non è corretto far passare che io voglio che Totti smetta. Secondo me voi avete il desiderio che Totti smetta altrimenti non scrivereste così. Io non l’ho mai detto. Per me Totti può giocare un altro campionato. Se fa quei numeri non ci sarà nessuna preclusione. Come lui non c’è nessuno. Se aiuterà la Roma, Totti giocherà. Voi vi state preparando a questo, al ciondolino, al fatto che girerà per musei. Questo è scorretto. Quest’anno mi sono portato solo 3 collaboratori e sono tutti allenatori giovani. Domenichini lo cambierei solo per Ancelotti perché è di una qualità impossibile. Il fatto che Totti deve smettere è solo un vostro desiderio. Voi lo state distruggendo. Mi avete fatto un c**o così addossandomi la responsabilità di Totti. Io lo uso come rintengo, e l’uso che ne ho fatto l’anno scorso ha portato i suoi frutti. Siete partiti in salita perché lo volete far smettere. A lui non darò niente ma state sicuri che non gli toglierò niente. Per me non smette quest’anno. Pallotta può scrivere ciò che vuole. Per me lo dirà il suo comportamento se smetterà o meno. Le scorie del passato, sempre se ci sono, me le devi spiegare. Non ho niente contro nessuno finché sia in direzione Roma. Totti nel terzo anno mi sembra abbia vinto la Scarpa d’Oro. Lui ha vinto quello e sono suoi meriti ma non ha salvato la mia posizione. Per me fondamentale è il risultato della squadra”.

Danilo

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