(U. Trani) – Finalmente la Roma. Che, dopo 41 giorni, riassapora il gusto del successo, il primo di Spalletti e del nuovo anno. Il 3 a 1 contro il Frosinone, meritato più per l’impegno che per la prestazione, è il primo passo verso il podio Champions. Cioè il terzo posto che, aspettando i risultati dell’Inter e della Fiorentina, ora è più vicino, a 3 punti.
Spalletti, con la rosa impoverita da cessioni affrettate e infortuni muscolari, fa debuttare i nuovi acquisti Zukanovic ed El Shaarawy. Non può comportarsi diversamente. Il primo è promosso perché Maicon ancora non dà garanzie, l’altro per mancanza di alternative. Tra partenti e indisponibili, sono usciti di scena 5 esterni: Iturbe, Gervinho, Digne, Florenzi e Iago Falque. Il sistema di gioco, all’inizio, è ancora il 3-4-2-1, anche se a metà primo tempo spesso la linea arretrata torna a 4: i terzini diventano Ruediger, chiamato fino a quel momento a coprire la fascia destra, e Zukanovic, utilizzato per 24 minuti da centrale sinistro. In fase difensiva si allargano, nel 4-4-2, Pjanica destra ed El Shaarawy a sinistra, con Nainggolan che si abbassa accanto a Keita. Davanti restanoDzeko e Salah che però faranno poco o niente.
FRAGILITÀ DIFENSIVA – Il gol di Nainggolan, bomber del nuovo corso (2 reti in 3 match), non cancella le lacune del gruppo. La Roma, dopo il salvataggio da applausi di Zukanovic sulla linea di porta, trova il vantaggio con il suo centrocampista più vivace. Destro da terra, con Leali colpevole. Ma, come spesso è accaduto in questa stagione, i giallorossi non riescono a controllare la partita. E fisicamente anche il Frosinone dimostra di essere meglio preparato. Il 4-3-3 di Stellone colpisce prestissimo. La percussione centrale è di Chibsah che imbuca per Daniel Ciofani. E’ lui a firmare il pari, dopo aver vinto il contrasto con Zukanovic, piazzato male. La Roma continua, insomma, a prendere gol: è successo in 18 gare su 22. Interviene Spalletti e vira sul 4-4-2. La soluzione restituisce compattezza all’assetto. Il Frosinone, sempre pronto a chiudersi con il 4-5-1, resta dignitosamente in partita, anche se tornerà a casa con il 9° ko (più 2 pari) in 11 viaggi e 48 reti subite. Leali si riscatta sulle conclusioni di Nainggolan e Dzeko che non bastano al pubblico dell’Olimpico. Fischi già prima dell’intervallo.
SPINTA DA SINISTRA – Anche Spalletti è insoddisfatto e si consulta con i suoi collaboratori. Usa la lavagnetta, affiancato da Domenichini e Baldini, per studiare le mosse e aiutare i giocatori. La Roma, nella ripresa, alza subito il ritmo. Ruediger e Zukanovic si lanciano sulle corsie. Il nuovo vantaggio viene proprio dalla fascia sinistra e lo costruiscono i 2 nuovi acquisti (con loro sono 30 i calciatori utilizzati). Va al cross Zukanovic e fa centro di tacco El Shaarawy che anticipa Ajeti e ritrova il gol in serie A dopo più di 8 mesi (doppietta il 24 maggio 2015 contro il Torino). Sono 17 i marcatori stagionali. L’acuto è decisivo, anche perché i giallorossi vanno a strappi e faticano a mettere al sicuro il risultato. Il Frosinone non si arrende. E chiede il rigore su tiro di Sammarco, Dzeko respinge con la spalla in piena area di rigore. Spalletti, nella fase cruciale, chiama in causa Totti. Esce dopo un’oraDzeko, di nuovo fuori dal coro e fischiato dalla gente che festeggia il capitano. Zukanovic è stanco, spazio a Maicon, con Ruediger che finisce a sinistra. Per il finale Stellone fa uscire i centrocampisti Chibsah e Frara, dentro Paganini e Gucher. Serve Vainquer per far legna: fischi pure per Salah che gli lascia il posto. Totti timbra la sua quinta presenza mandando in porta Pjanic per il 3 a 1 (tris atteso dal 28 ottobre, gara contro l’Udinese) e il 10° gol stagionale. L’assist vale per la tranquillità e la classifica. E per Spalletti che torna a vincere in A. L’ultimo brindisi il 31 maggio 2009: 3-2 contro il Torino.
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