(U. Trani) Sembra proprio la notte giusta per brindare finalmente al nuovo anno. La Roma, ancora a digiuno di successi nel 2016, deve sfruttare all’Olimpico la visita del Frosinone penultimo per ripartire in classifica. A Spalletti, 1 punto in 2 partite e preso tra l’altro nella gara casalinga contro il Verona che non ha mai vinto in questo torneo, non garba il suo raccolto, fin qui misero, e il rendimento della squadra, fisicamente e tatticamente impreparata. Così ai suoi giocatori, come nel pomeriggio del suo nuovo debutto lo scorso 17 gennaio, chiede di pensare solo al presente e non ad altro. Di prendersi i 3 punti, senza cullarsi sui numeri della formazione di Stellone, nè le 8 sconfitte e i 2 pareggi in 10 match in trasferta nè le 45 reti subite dalla peggior difesa della serie A. Non conta, dunque, il valore dell’avversario, ma il peso della sfida. Il toscano la battezza finale e certo non si sbaglia. Se i giallorossi, solo 1 successo in 12 gare (comprese 3 nelle coppe), vogliono davvero salire sul podio Champions non possono più sbagliare. Il terzo posto, con la Fiorentina e l’Inter lontane 6 punti, è l’obiettivo minimo della proprietà. La mission aziendale va rispettata. Per non compromettere le strategie future del club che a giugno dovrà migliorare la rosa. Sul serio, però. E dando carta bianca a Lucio. Che, su input di Pallotta e Zecca, gestirà in prima persona la rifondazione.
SCELTA AZZERATA È l’ultima partita delle 5 in calendario nel mese di gennaio che, ormai da qualche anno, è dedicato al mercato di riparazione. La Roma, ripetendogli errori fatti già l’anno scorso proprio nella sessione invernale delle trattative, si presenta però contro il Frosinone con meno giocatori di quanti ne ha avuti fino a Natale. Ceduti Iturbe e Gervinho, il secondo titolare e protagonista dei giorni migliori di questa stagione, escono dalla lista dei 21 convocati Florenzi e Iago Falque, entrambi infortunati, e lo stesso Castan, dopo l’esperimento non riuscito contro il Verona, va considerato solo panchinaro. Sabatini ha appena messo a disposizione di Spalletti sia El Shaarawy che Zukanovic. Per motivi diversi sarebbe stata una sorpresa vederli in campo stasera dall’inizio: il primo non gioca da 40 giorni e quindi è da riatletizzare (come accadde con Doumbia); l’altro, anche se pronto, ha fatto solo mezzo allenamento con i nuovi compagni. Ma gli imprevisti a Torosidis e Digne nella rifinitura (salgono a 15 gli infortuni muscolari, ricadute incluse) rendono possibile l’impiego di 1 dei 2 nuovi. Più semplice per l’allenatore dar spazio a El Shaarawy.
PASSO INDIETRO DEL DS A Milano è tornata d’attualità l’intenzione di Sabatini di lasciare la Roma già mercoledì prossimo, dimettendosi a mercato chiuso. Lo aspetta il Bologna. A Trigoria, però, smentiscono. Spalletti, più che dare ascolto all’indiscrezione, prende atto di avere i giocatori contati (e logori) e cerca di andare sul sicuro. Senza terzini, ha già virato sulla difesa a 3, arretrando De Rossi, e spostato Pjanic a fare il regista a centrocampo, dove ha riproposto in corsa pure Keita per far lievitare la qualità. E alle spalle di Dzeko, per aiutarlo a sbloccarsi, ha sistemato Salah e Nainggolan, avvicinati alla porta per avere più chance nella finalizzazione (solo 3 gol in 4 partite). Il doppio forfait di ieri pomeriggio potrebbe anche andare a incidere sul sistema di gioco di partenza. Ma per rivedere la difesa a 4 deve esordire Zukanovic, unico terzino sinistro disponibile. La priorità di Spalletti resta l’equilibrio di squadra. La Roma a Torino si è abbassata troppo, timida e impaurita. Decente in fase difensiva, ma mai efficace nelle ripartenze. Maicon è tornato in gruppo e dovrebbe avere la sua grande chance. Il ruolo di esterno destro, nel 3-4-2-1, lo dovrebbe agevolare. Sarebbe più ala che terzino. Come piace a lui.