(E. Menghi) – Dimenticate le carote davanti ai cancelli di Trigoria, ci ha pensato Spalletti ad impugnare il bastone. Per curare la Roma il tecnico toscano ha scelto la via della rabbia e non è una novità, visto che le sue urla già in passato si facevano sentire nel centro sportivo. In allenamento fa continui richiami ai suoi giocatori e non risparmia nessuno, nemmeno Totti. La settimana scorsa ha avuto un faccia a faccia molto acceso con Gervinho davanti ai compagni: Spalletti non gradiva il fatto che dall’addio di Garcia non avesse più lavorato con la squadra, nascondendosi dietro un diplomatico infortunio al ginocchio. All’ivoriano ha fatto capire chiaramente che quell’atteggiamento non gli piaceva, lui ha preferito continuare a fare di testa sua e si è arrivati ai saluti. «Le cose parziali non le voglio», ha tuonato l’allenatore prima di Juventus-Roma e ha lasciato a casa il pupillo di Garcia.
Non è certo più tranquillo quando si trova a bordo campo e durante la partita di Torino ha gridato per quasi tutto il tempo, a Digne ha chiesto a più riprese di spingere, ma il francese gli ha risposto tono su tono, così come Nainggolan e Pjanic. Manolas, invece, si è attaccato con Morata appena lo juventino ha messo piede in campo: vecchie scaramucce. Uscendo dal campo, il difensore si è sfogato insultando in greco i tifosi bianconeri. Anche ieri Spalletti si è fatto sentire con la squadra e ha ordinato otto giorni di allenamenti senza riposo, fino all’infrasettimanale con il Sassuolo. Prima c’è il derby con il Frosinone e potrà contare su un Uçan in più. Florenzi si è fatto visitare la caviglia acciaccata: sta bene e sabato ci sarà. Maicon ci prova, ieri ha corso e spera di essere convocato.