(U. Trani) – Spalletti, prima di volare a Torino, ha chiarito come intende presentarsi per la prima volta allo Stadium. E lo ha fatto davanti a Zecca, il braccio destro diPallotta che è stato il più convinto a riportarlo alla Roma. Nella sua prima esperienza in giallorosso (4 anni) trovò le macerie a Trigoria e l’Inter migliore di Moratti. La Juve, forte quanto oggi, fu presto spazzata via da Calciopoli. E, almeno 3 volte, cercò il toscano di Certaldo (l’ultima nell’inverno del 2009). Che stasera, alla seconda tappa del suo nuovo percorso, spera di fermare i bianconeri che lottano come sempre per lo scudetto e di rilanciare il suo gruppo che è in grave ritardo. «Noi la pensiamo come Buffon: è l’occasione giusta per tornare in corsa per obiettivi importanti» la replica al portiere bianconero che vorrebbe far fuori definitivamente la rivale delle ultime 2 stagioni.
SENZA PAURA – «Loro sono stati bravi in questa stagione. Ma noi possiamo farcela. Basta avere l’idea di poter vincere. L’intenzione della Roma è fare la partita e giocarla contro una squadra che sta attraversando un ottimo momento. Ma non si ribalta una situazione del genere con le sole potenzialità tecniche. Deve essere forte pure la seconda squadra, cioè la società». Spalletti non si spaventa per lo strapotere della Juve. Ma è chiaro con i suoi giocatori e al tempo stesso con i suoi dirigenti. La differenza è in campo e fuori. «Loro si sono contraddistinti per stile, per riuscire a trasferire nella testa dei giocatori cosa significa avere addosso quei colori. E’ qualcosa che anche noi dobbiamo saper fare. Ci stiamo lavorando. Vedo una crescita da parte dei ragazzi sulla serietà, sulla responsabilità e il carattere che bisogna avere. Chi frequenta il nostro spogliatoio deve sapere che porta in giro per il mondo il nome di Roma».
MODIFICA TATTICA – La difesa a 3 deve rendere meno complicata la serata allo Stadium. «Ho dedicato più tempo al reparto con tre uomini perché la Roma già sapeva fare la difesa a 4. La scelta è un po’ per il momento, mancando giocatori come Gervinho, abbiamo Digne e Florenzi a cui concedere dieci metri di terreno se hai un difensore in più. In questo caso non si va a scoprire un reparto e a creare situazioni di inferiorità». Guarda all’equilibrio, per comportarsi da Juve: «Specchio o non specchio, l’importante è esser belli: dobbiamo trovare la soluzione al nostro gioco e a quello che è il sistema tattico degli avversari. In un calcio totale la squadra deve essere pronta a cambiare atteggiamento in campo. La scorsa settimana c’è stato poco tempo ma una infarinatura è stata data. I più bravi, Juve compresa, insegnano che bisogna saper cambiare anche vestito. Vedremo se quanto fatto in questi giorni funzionerà in partita. Comunque con la difesa a quattro non è che la squadra abbia fatto bene domenica scorsa». Punta su De Rossi al centro del reparto e sulla fisicità di Ruediger per lo scontro con i giganti bianconeri. Tentato da Vainqueur (in ballottaggio con Keita), conferma Nainggolan nel ruolo di trequartista. «Stando più vicino alla porta ha segnato e avuto diverse chance». E difende Dzeko. «Non gli trovo punti deboli: qualsiasi allenatore lo vorrebbe in squadra. E’ tecnico, abbastanza veloce per la sua mole, prende palla di testa. Bisogna solo aspettarlo un attimo. E lui arriverà. Può far coppia con Totti che sta recuperando: ora è più dura di quando aveva un’altra età». Dirà la sua sulle operazioni in entrata e uscita, ma precisa che alcune trattative «erano già state avviate». «Io lavoro con i giocatori che ho. Il mercato di gennaio è sempre parziale, non è come quello estivo. I club non cedono i migliori».
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