(A. Austini/F. M. Migliaro) – Ci siamo. A giorni arriverà l’annuncio formale della joint venture fra Luca Parnasi e il Gruppo Pizzarotti di Parma. Un accordo che avrà enormi ripercussioni su Roma e potrebbe averne sul futuro Stadio di Tor di Valle. Secondo quanto Il Tempo apprende in esclusiva, l’accordo è in via di ultimazione anche se non è ancora stato formalizzato e prevede la creazione di una nuova società in cui il Gruppo di Parma avrà una netta maggioranza mentre Luca Parnasi manterrà una quota di minoranza. Il gruppo che fa capo a Luca Parnasi negli ultimi anni, complice la crisi del settore immobiliare, si è esposto con le banche per una cifra superiore ai 400 milioni di euro (nel bilancio 2013 era indicato un indebitamento di poco superiore ai 447 milioni). Questa NewCo, nella quale il Gruppo Pizzarotti assorbirà parte del personale proveniente da Parnasi ma senza coprirne i debiti pregressi, si occuperà solo del settore costruzioni e partirà dalla gestione dell’Europarco Business Park, con le torri Wind e Eni, antistante il centro commerciale di Euroma2. Ma, soprattutto, avrà un’opzione per entrare nell’affare dello Stadio di Tor di Valle. Poco meno di 978 mila metri cubi che contengono lo Stadio vero e proprio da 60mila posti progettato da Dan Meis, le tre torri disegnate da Daniel Libeskind; il Convivium con i suoi edifici bassi e la sua passeggiata; più le opere di interesse pubblico: tre ponti, un raccordo autostradale, il rifacimento della via del Mare/via Ostiense, la metropolitana con la nuova stazione Tor di Valle, i parcheggi.
A quanto risulta, il management del Gruppo Pizzarotti, che non ha ancora incontrato il patron giallorosso, James Pallotta, ha visto sommariamente i rendering e i progetti, trovandoli ambiziosi. Essendo molti gli interlocutori interessati dal progetto, dalla Goldman Sachs alla Lend Lease, l’accordo sull’ingresso di Pizzarotti è ancora da definire. Tuttavia, considerando che la Eurnova di Parnasi, portando “in dotazione” all’affare i terreni di Tor di Valle, vanta diritto a una quota delle costruzioni future, non è affatto da escludersi che il Gruppo Pizzicotti vi possa giocare un ruolo di primissimo piano. Il progetto definitivo, come oramai è stato più volte ribadito, è ancora in fase di ultimazione ma, secondo le notizie raccolte da Il Tempo, siamo oramai alla stretta finale, «a brevissimo», come trapela senza però che vi sia una indicazione precisa della data. Dopo il viaggio di Parnasi a Miami insieme a molti degli uomini dello staff delle varie società impegnate nella progettazione, avvenuto proprio nei giorni della sostituzione di Garcia con Spalletti, erano trapelate come necessarie ancora tre o quattro settimane per completare tutto il dossier. Che, oramai, si sono ridotte a meno di due. E il Gruppo Pizzarotti, qualora l’”opzione” stadio divenisse realtà entrando quindi nell’accordo, sarebbe interessato, sempre secondo quanto si apprende, più alla costruzione della parte “privata” dell’impianto, che alle opere di interesse pubblico che vengono comunque giudicate da Parma come le infrastrutture «estremamente giuste e indispensabili» necessarie a collegare il futuro impianto al resto della città.
Nella tarda serata di ieri, la Roma, con un comunicato ufficiale, ha annunciato di aver interrotto il rapporto con Mark Pannes, fino pochi mesi fa “braccio operativo” di Pallotta proprio per lo Stadio. «Abbiamo raggiunto un punto nel processo per lo Stadio – si legge nella nota –dove abbiamo bisogno di coinvolgere un team interamente dedicato a Roma e a Boston con esperienza del settore dello stadio per passare alla fase successiva per portare in vita questo importante progetto. Crediamo fermamente che abbiamo costruito, ora, il giusto team di esperti per consegnare il progetto per la squadra, per la città di Roma e per l’Italia nel suo complesso. Vorrei ringraziare Mark per il suo tempo e fatica e io gli auguro il meglio per il futuro». Già la presenza diDavid Ginsberg e di Robert Needham all’ultimo incontro in Regione poco prima di Natale, così come anticipato da Il Tempo, aveva suscitato interrogativi in merito: «Il team del progetto, che è stato guidato da David Ginsberg nel corso degli ultimi mesi si appresta a presentare un dossier finale al “Conferenza di Servizi” sotto la supervisione della Regione Lazio».
Intanto, in attesa che il dossier definitivo prenda della Conferenza di servizi decisoria, torna a parlare dello Stadio anche l’ex assessore all’Urbanistica, Giovanni Caudo, che attribuisce i ritardi all’incertezza politica: «Questo è un investimento privato e i privati non investono in un contesto in cui non siamo certi dei tempi di rientro».
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