(U. Trani) – Il successo e nient’altro. Spalletti indica la sua Via. Che è una. Non nomina mai il Verona che, in 19 partite, non è mai riuscito a vincere. Perché non conta l’avversario, anche se ultimo in classifica, di oggi pomeriggio all’Olimpico. La differenza deve farla la Roma, obbligata a uscire allo scoperto e a prendersi i primi 3 punti del nuovo anno. Il risultato, dunque, prima del gioco. Anche perché mezza settimana di allenamenti è niente per chiedere al tecnico di Certaldo di far vedere subito l’impronta del suo lavoro che ha come regole fondamentali l’equilibrio e la partecipazione tra reparti, la collaborazione e il sacrificio dei singoli, la conoscenza e la praticità degli interpreti. Chi è stato già con lui, pochissimi e con De Rossiprobabilmente unico titolare, e chi lo ha appena scoperto avrà capito che, a prescindere dai dettagli da approfondire nelle prossime settimane, lo svolgimento del match passa attraverso 6 o 7 giocatori che partecipano in contemporanea alla fase offensiva e che al tempo stesso tutti i giocatori devono essere presenti sotto la linea della palla quando l’iniziativa ce l’hanno i rivali di giornata. Ma qui nessuno aspetta l’esibizione già alla prima. È stato proprio Spalletti a essere chiaro con la platea. Sul suo metodo scrupoloso nessuno dubita, ma è proprio lui ad andare sul concreto. Oggi e per qualche settimana la vittoria viene prima di ogni accorgimento tattico o di qualsiasi correzione tecnica. L’allenatore ha davanti la classifica e si rende conto che basta poco per rivedere la Roma protagonista in campionato. Nelle ultime 3 partite con Garcia ha raccolto più punti (5) di quanti ne abbia conquistati l’Inter di Mancini (4) che di gare ne ha giocate 4 e che, pur al 2˚posto, ha appena 4 punti di vantaggio. Con l’intero girone di ritorno a disposizione il recupero è possibile. Presto i giallorossi saranno più attrezzati per sfidare le altre candidate al titolo. Potranno contare finalmente sull’addestramento tattico e sul miglioramento della rosa. In questo senso sono appropriati due concetti espressi dal dg Baldissoni: 1) gli obiettivi restano gli stessi di prima; 2) il cambio in corsa dimostra che qualcosa è stato sbagliato. L’intervento voluto da Pallotta, anche se tardivo, potrebbe stavolta funzionare. Il passato non si dimentica e porta dritto nel futuro.