(F. Ferrazza) Luciano Spalletti, nel suo esordio romanista contro il Verona, ripartirà da Dzeko. Aveva lasciato una Roma Totti-dipendente, aggrappata al suo numero dieci, da lui stesso reinventato centravanti all’interno di quel famoso 4-2-3-1, modulo che ha tenuto in ostaggio il gruppo anche dopo le sue dimissioni. Non era riuscito ad avere una prima punta vera, ritrovandosi in rosa Cassano (ormai in rotta con lo spogliatoio e ceduto subito a gennaio), Montella in chiusura di carriera, Nonda con i problemi al ginocchio, Okaka ragazzino e Vucinic preferito come esterno (Tavano e Julio Baptista, presi in seguito, non riuscirono a lasciare consistenti tracce di sé e non erano prime punte). In pratica il primo vero centravanti di ruolo che Luciano potrà allenare alla Roma, è proprio Edin Dzeko. E su di lui sta costruendo il suo esordio giallorosso, domani pomeriggio, contro il Verona.
Stimolante per il tecnico, fresco di ritorno nella capitale, la possibilità di lavorare con un giocatore fino a questo momento troppo in ombra rispetto alle aspettative registrate la scorsa estate. L’entourage di Spalletti ritiene che il bosniaco non sia stato allenato troppo bene finora, nel senso che, per caratteristiche fisiche e caratteriali, ha bisogno di un lavoro specifico. Un addestramento tattico che ne esalti le potenzialità, cominciando dal modo di riempire gli spazi, giocatore ideale per esaltare le incursioni dei centrocampisti (su tutti quelle di Pjanic), fulcro della manovra di gioco, non solamente (e necessariamente) finalizzatore dello stesso, perché non ha le caratteristiche da “spaccaporte”. A Trigoria si sta lavorando molto su questo, e sui movimenti difensivi, affidati ai collaboratori del mister toscano, Baldini e Domenichini.
Il nuovo staff tecnico include il ritorno di Andreazzoli, storico collaboratore di Spalletti, ancora sotto contratto fino a giugno prossimo. Un ritorno poco gradito ai tifosi, che lo ricordano per aver traghettato il dopo Zeman, sedendo sulla panchina della nefasta finale di coppa Italia, contro la Lazio. È intanto la dirigenza a commentare, per la prima volta, il cambio di allenatore. «Ci porterà euforia e consapevolezza- spiega Sabatini dal sito ufficiale della società- mi aspetto dai giocatori responsabilità e disponibilità. Abbiamo scelto lui per la sua capacità e conoscenza di tutto ciò che succede dentro, fuori e intorno al campo e sono convinto gli servirà solo un minuto per trasmettere la sua idea». Sulla stessa lunghezza d’onda, Baldissoni. «Spalletti conosce bene Roma e ha dimostrato di essere un vincente in questa piazza».
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