(F. Balzani) – «Rialzeremo la Roma. Questa squadra deve riconquistare il rispetto di tutti». Spalletti ha varcato da pochi minuti i cancelli della sua Trigoria. È stanco dopo altre 10 ore di volo tra Miami e Roma, ma ha voglia di mettere subito le cose in chiaro nel suo (nuovo) primo giorno da romanista: «Dobbiamo lavorare in maniera seria e far sì che il nostro lavoro ci apra delle possibilità. Per lo scudetto? Abbiamo il dovere di provarci. Quello che garantisco è impegno, sudore e lotta». Ma anche e soprattutto il bel gioco: «Il campionato ha evidenziato che ci sono squadre che giocano bene al calcio. Noi abbiamo una squadra buona, ma bisogna tornare a giocare bene. Il gruppo ha le caratteristiche per poterlo fare, anche con Garcia l’ha fatto, adesso dobbiamo impegnarci mettendo in campo una professionalità importante. Abbiamo però bisogno dei nostri tifosi. Non ho mai lasciato la Roma. È un pezzo della mia vita. Per me conta fare bene fin da subito, magari attingendo anche al passato, ma senza andare a scavare indietro».
Terminata l’intervista Spalletti ha pranzato con la dirigenza, visitato la “nuova” Trigoria («È molto migliorata») e stretto la mano a giocatori e dipendenti. Normale soffermarsi con chi c’era già 6 anni fa mentre Pallotta lo incensava così: «È un allenatore vincente. Non vediamo l’ora di lavorare insieme per portare la Roma dove riteniamo meriti di stare». Poi un breve discorso alla squadra: «Dobbiamo solo lavorare, c’è un girone a nostra disposizione». E in campo si è lavorato davvero: quasi 2 ore di seduta e squadra divisa in due (da una parte difensori e centrocampisti, dall’altra gli attaccanti) con Spalletti che ha provato schemi base e testato le condizioni fisiche dei giocatori: «Stanno tutti bene, non c’è alibi: non voglio sentire nessuno parlare di problemi fisici». Infine la firma sul contratto e la richiesta (accolta) di poter portare altri due nello staff: l’ex empolese Pane e uno tra Birindelli e Tosto.
La giornata si è conclusa col pernottamento di Spalletti a Trigoria. Ma come era iniziata? «Sono contento di essere tornato». Non era riuscito a dire altro il tecnico avvolto dalle (tante) forze dell’ordine e sommerso dall’entusiasmo dei (pochi) tifosi. Sbarcato a Fiumicino alle 11,47: zuccotto in testa, barba incolta e sciarpone giallorosso al collo. Nel frattempo su Twitter Garcia salutava così: «È stata una grandissima avventura, anche se interrotta troppo presto. Non dimenticherò mai: La Roma non si discute, si ama… ed io la amo».
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