(M. Pinci) – Il sipario cala, lo spettacolo è concluso ma nessuno applaude. Manca soltanto la parola fine, quella che a ore dovrà scrivere il presidente Pallotta, ma Rudi Garcia è vicinissimo al licenziamento. L’accanimento terapeutico non ha prodotto miglioramenti sul paziente Roma, quasi inevitabile scegliere di staccare la spina. E se ancora nessuno ha deciso di decidere, pure i “fedayn” del tecnico francese si sono convinti che monsieur Rudi non possa più dare nulla alla squadra: ha ceduto stremato pure il baluardo Sabatini. «Cambiare il tecnico per restituire la mentalità alla squadra? Sto per risolvere il problema», dice Pallotta a Repubblica. Più che il pareggio contro il Milan a condannare l’allenatore è l’incapacità di trovare un qualunque salvagente nel naufragio.
Già ieri Sabatini ha preso (nuovi) contatti con i possibili sostituti: su tutti Spalletti, il candidato numero uno a patto però che accetti di lavorare con lo staff attuale e soprattutto di legarsi con un contratto di 6 mesi e opzione futura legata ai risultati. La Roma infatti non vuol perdere l’occasione di iscriversi al valzer di panchine dell’estate: Conte, che sogna il Chelsea, oppure Schmidt del Leverkusen, il ct austriaco Koller, quello del Belgio Wilmots e chissà chi altro. Serve un traghettatore da qui a fine campionato, insomma: così è nata anche la candidatura del tecnico della Primavera, Alberto De Rossi, papà di Daniele. Ma dovrebbero garantirgli di restituirlo dal prossimo anno ai giovani. Ipotesi, come il ct del Cile Sampaoli, che piace tanto al ds. O Mazzarri o persino Bielsa.
Dell’idea di cambiare se ne parla da ieri pomeriggio dopo un vertice convocato d’urgenza allo studio Tonucci, con Sabatini, il suo vice Massara, l’ad Zanzi e mr president in video conferenza da Boston. Così è iniziata la gestazione dell’esonero. Proseguendo poi nella notte, quando il dg Baldissoni è atterrato a Miami (dov’era in vacanza Sampaoli): era partito da Roma in mattinata convinto di dover discutere questioni inerenti lo stadio di Tor di Valle. Durante le 11 ore del volo per la Florida la situazione però è precipitata, trasformando l’appuntamento con il presidente (e il costruttore Parnasi) in un tentativo disperato di salvare la stagione. In fondo i risultati delle concorrenti consentono di mantenere intatto il distacco sul terzo posto, obiettivo irrinunciabile.
Trigoria intanto è diventata un ring da tutti contro tutti, con i duellanti pronti ad addossarsi la responsabilità di ogni fallimento. Anche i calciatori chiedono chiarezza: che si decida definitivamente in un senso o nell’altro, complici i rapporti dilaniati tra l’allenatore e il preparatore Norman, a cui il francese imputa la responsabilità di una condizione fisica inaccettabile e dei 9 infortuni muscolari, 4 solo negli ultimi 10 giorni. Nella disputa Pallotta ha scelto da che parte stare: «La preparazione è perfetta e su questo non c’è dubbio. È la mentalità vincente che manca», dice, scaricando il tecnico. Ma Garcia non sarà l’unica vittima del naufragio. In estate potrebbe andarsene il ds Sabatini, orientato a chiudere l’esperienza romana. Pure il dg Baldissoni potrebbe essere limitato al ruolo di consigliere, facendo posto a un manager americano. «Nuovi acquisti, nuovi manager o nuovo allenatore? Me ne sto occupando», giura Pallotta. Per tutti, o quasi, è suonata la campana.
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