(T. Cairati/M. De Santis) – Sopra la panca due osservati speciali ancora campano. La resistenza durerà sicuramente fino al fischio finale di Roma-Milan di stasera, più importante per il futuro lavorativo di due allenatori sulla graticola che per la classifica di due squadre lunatiche. Subito dopo, a seconda della forma e della sostanza del verdetto del campo, ne potrebbe restare solo uno. Rudi Garcia o Sinisa Mihajlovic? Fuori uno, esonerati entrambi o tutti e due salvi fino al prossimo esame? «Sembra una sfida tra pistoleri, ma non vedo analogie tra me e Garcia», sdrammatizza Mihajlovic. Il più inguaiato, tra i due, sembra il serbo. I silenzi berlusconiani, i fischi di tre giorni fa a San Siro e l’ingombrante spettro di Marcello Lippi, candidato a subentrare in tandem con il tecnico della Primavera Cristian Brocchi, non sono invenzioni. «Non so cosa scrivono i giornali – prova a scherzare Sinisa – perché voglio leggere solo articoli che parlano bene di me e da un mese e mezzo non vedo più nulla. Non mi sono sentito con Berlusconi, magari lo farò in queste ore. Non ho mai dato le dimissioni, ma se vedessi i giocatori allenarsi male sarei il primo a tirarmi fuori. Finora non ho riscontrato niente di tutto questo».
Cerci al casinò Intanto, però, Cerci non è stato convocato. I maligni insinuano che sia in punizione per aver fatto le 2 la notte scorsa al casinò di Campione. Il Milan non nega ma rovescia il rapporto causale: è andato a farsi una giocata perché sapeva di non essere convocato. Mihajlovic è convinto di poter raddrizzare la nave rossonera: «Se giochiamo come sappiamo, possiamo fare risultato. Io vado avanti a testa alta, poi spetta alla società decidere in base ai risultati». Uno negativo, stasera, potrebbe significare l’avvicendamento istantaneo, senza aspettare l’incrocio in Coppa Italia di mercoledì con il Carpi.
Ipotesi Bielsa o Sampaoli Anche Rudi Garcia non se la passa benissimo, ma ha buone chance di restare fino a giugno. Solo un aggravamento della situazione rovescerebbe di nuovo le carte in tavola e imporrebbe alla dirigenza giallorossa di farsi andare bene uno tra Spalletti, Bielsa e Sampaoli. «Non ho tempo da perdere con le domande sul mio futuro – taglia corto Garcia, dopo aver salutato come “buona notizia” il recupero di Totti -. Penso solo a ritrovare la vittoria. Basta un clic, un successo e tutto questo periodo sarà storia vecchia». Lo sarà a giugno, quando forse proprio una tra Roma e Milan potrebbe avere in tasca la firma di Antonio Conte. Un bel sogno, Chelsea permettendo.