(A. Austini) Garcia sa di aver perso la fiducia a lungo termine ma è sicuro che basti un «clic» per ripartire. Mihajlovic avverte la presenza del fantasma di Lippi e la butta sul western: «Io e Rudi sembriamo due pistoleri che si sfidano».
Roma-Milan di stasera è una sorta di ultima spiaggia, non tanto per le panchine (quella del francese dovrebbe restare intatta fino a giugno salvo nuovi tracolli), ma per le reciproche ambizioni di alta classifica. Distanti rispettivamente 6 e 11 punti dalla vetta, con troppe squadre davanti, i giallorossi e i «diavoli» sono le grandi deluse del girone d’andata e un altro passo falso prima di passare la boa del campionato porterebbe nuove tensioni. Forse insopportabili in casa Milan, comunque da evitare nel «manicomio» giallorosso. «Ci giochiamo molto – ammette Sinisa alla vigilia – perché stiamo disputando un campionato complicato. La Roma sicuramente sta rendendo meno delle attese e l’ambiente lì è più difficile di quello milanese».
Garcia definì la sua piazza come «la più difficile del mondo» ma ormai ci ha fatto il callo con certe pressioni. «Gara decisiva per il mio futuro? Non mi importa, non ho tempo da perdere con queste domande e non me le faccio. Direte che ripeto sempre le stesse cose, cioè che conta solo la prossima, ma il calcio è così. Ho deciso di avere una comunicazione “neutra”, perché solo chi vince può “aprirla” mentre chi perde deve stare zitto, lottare e lavorare. Col Milan dobbiamo ritrovare i tre punti per una questione matematica: non serve parlare di classifica finché non infiliamo una striscia di successi. Poi potremo riparlare di tutto».
A Verona col Chievo è arrivata l’ennesima beffa negli ultimi minuti, quelli in cui la Roma ha subito ben 9 dei gol (21) incassati in tutto il campionato. «Io ne conto 8 – sottolinea Garcia – perché quello di Torino non c’era (rigore inventato, ndr). Abbiamo riflettuto su questa cosa e le cause sono sempre diverse: una volta capitano errori individuali, un’altra ci “abbassiamo” troppo, una volta è perché riemerge il fantasma di una partita precedente in cui era già accaduto e allora, invece di pensare di andare a segnare un gol in più, arretriamo. Ma basterà un clic, una gara dove saremo in vantaggio e che soffrendo vinceremo nel finale, per farla diventare una vecchia storia».
In qualsiasi momento delle partite arrivino, i gol subiti sono comunque troppi. L’ha fatto notare anche Montella ma Garcia evita polemiche con uno dei tanti aspiranti (anche nel recente passato) alla sua panchina. «Se ne segniamo ancora di più di quanti ne facciamo adesso possiamo avanzare lo stesso in classifica. Ovviamente prendere meno gol è sempre un vantaggio per vincere, dobbiamo trovare e mantenere un equilibrio di squadra, ma se smettiamo di attaccare non siamo più la Roma».
Il rientro di qualche assente di lusso può dargli una mano. A cominciare dal carisma di Totti, di nuovo fra in convocati «Non è ancora al 100% ma rivederlo dopo 3 mesi e mezzo è una grandissima notizia – spiega Garcia – De Rossi dovrebbe giocare ed è arrivato anche il semaforo verde dei medici per l’utilizzo di Salah». Difficile lo rischi dall’inizio, però, mentre Rudi è pronto a confermare tra i titolari il ragazzino prodigioso Sadiq perché «gioca con un tale entusiasmo da non sentire la pressione di tutto ciò che lo circonda».
Il mercato gli regalerà il sostituto di Iturbe (Perotti e, forse, El Shaarawy), «il resto per me non è una priorità». Sabatini vuole consegnargli anche un terzino, figurarsi se Garcia farà complimenti.
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