(M. Ferretti) – Con il derby di Genova, il pallone è tornato ieri sera a rimbalzare in tutte le case degli italiani. E oggi, spezzata in tre tronconi, la Serie A completerà il primo turno del 2016, diciottesimo appuntamento di campionato, con il calciomercato appena cominciato. La storia insegna che dopo la sosta invernale tutto può accadere, che le sorprese sono sempre dietro l’angolo quindi nulla per oggi va dato per scontato. E nessuno dei tecnici impegnati nella volata-scudetto se lo nasconde. Inter in testa, cinque squadre nel giro di 4 lunghezze, 21 partite da giocare e 63 punti ancora da distribuire: dai nerazzurri alla Roma, quinta in classifica, tutte le prime squadre possono diventare campione d’inverno ed è sempre più forte la sensazione che il torneo si deciderà in extremis, con vantaggi ridotti. Partiamo dall’alto: l’Inter sarà impegnata ad Empoli contro la squadra che, quando ci si mette, gioca il calcio più bello d’Italia. Compito non facile, insomma. «L’importante è rimanere in alto, abbiamo meritato il primo posto ma ci sono tante squadre vicino e la classifica cambia ogni settimana. È presto per parlare di scudetto», il virgolettato di Roberto Mancini. E ancora: «Fare mercato non è semplice, per migliorare la squadra servono soldi. Con il fair play finanziario non possiamo muoverci». Jovetic verso la panchina, Ljajic in campo. Handanovic ha rinnovato fino al 2019. Brozovic, beccato ubriaco alla guida e senza patente in Croazia, ci sarà.
«SI VINCE CON 82 PUNTI» – Il Napoli, secondo in classifica alla pari della Fiorentina, chiuderà la giornata affrontando in casa il Torino. «Nel 2016 voglio continuare a divertirmi a fare il mio lavoro, che è una bella fortuna. Alla squadra chiedo di tirare fuori il 101% sempre», ha dichiarato Maurizio Sarri, che oggi dovrà fare a meno dello squalificato Jorginho (dentro Valdifiori). «Noi non guardiamo alla classifica e a titoli come campione d’inverno, il Napoli ha vinto 17 delle ultime 21 partite, direi che abbiamo poco da migliorare. Con il Toro scopriremo come siamo rientrati dalla sosta dopo un regolamento anomalo che rende ingestibile il gruppo da un punto di vista fisico perché sette giorni di riposo sono troppi e dieci di lavoro sono troppo pochi. Resto della mia idea: bisognerebbe giocare durante le feste di Natale e poi ci sarebbe da mettersi d’accordo su quando fare la pausa», la sua polemica. L’altra damigella d’onore, la Fiorentina, sarà a Palermo. «Il mio augurio e il mio auspicio è ripartire bene dopo la sosta e ritrovare la stessa Fiorentina che ha chiuso il 2015, con la stessa identità, lo stesso gioco e la stessa voglia di vincere. È cambiato l’anno, ma non vogliamo cambiare noi», ha sentenziato Paulo Sousa. «Non è mai facile ripartire dopo uno stop però c’era bisogno di staccare sia fisicamente che mentalmente». Max Allegri, dopo 7 vittorie di fila, oggi contro il Verona allo Stadium non vuole fermarsi. «C’era bisogno di riposo dopo un periodo intenso e adesso la cosa più difficile sarà quella di riattaccare subito la spina a livello mentale. Non ho fatto tabelle, le ultime 6 gare del campionato saranno decisive. Però bisogna tenere a mente due cose: primo, due mesi fa ci davano per finiti; secondo, bisogna tenere ben chiari gli ultimi tre minuti contro il Carpi. Serviranno 82 punti per diventare campione d’Italia». Rudi Garcia in casa del Chievo si gioca campionato e panchina della Roma.
IL LEONE E LA PECORA – Finalino con Sinisa Mihajlovic che punta ad unirsi al gruppetto delle migliori, con il Milan che se la vedrà in casa contro il Bologna: il serbo gioca per l’oggi e anche per il domani dato che la sua panchina non è così solida: «C’è un proverbio che dice: un leone non perde il sonno per l’opinione di una pecora, un leone se la mangia». Cioè, traducendo Mihajlovic, Berlusconi è una pecora?
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