(G. Piacentini) «La Roma non tornerà sul mercato», firmato Walter Sabatini. Era l’11 novembre, la squadra allenata da Rudi Garcia aveva vinto da pochi giorni il derby e sembrava lanciata verso la testa della classifica. «Solo uno stupido non si ravvede, a gennaio faremo cambiamenti», il pensiero espresso dopo le ultime prestazioni della squadra.
In attesa di sapere se il cambiamento partirà dalla panchina – ieri la società ha smentito le voci di una conference call con James Pallotta per decidere il futuro di Rudi Garcia – il direttore sportivo sta a Milano e pensa a come rinforzare la squadra: le cessioni di Iturbe e quella, prossima, di Doumbia (in Cina o al Cska a titolo definitivo) sono il salvadanaio da cui attingere. Un totale cambio di rotta che è pure un’ammissione di responsabilità: la Roma ha, per valori assoluti, una rosa adatta per competere per lo scudetto, ma è squilibrata.
Manolas, Digne, Nainggolan, Pjanic e Florenzi hanno giocato più di Szczesny (che ha saltato 3 gare per un infortunio): nel loro essere insostituibili, oltre al valore tecnico indiscutibile, ci sono degli errori di valutazione della società.
Manolas è il più presente perché Castan ci ha messo più del dovuto per tornare ad essere un giocatore «vero». Il fatto che nessuno se ne sia reso conto la scorsa estate è una responsabilità che non si può attribuire al brasiliano. Se Castan tornerà ad essere uno su cui contare, non ci sarà bisogno di intervenire, altrimenti servirà un altro centrale (Gyoember non è mai stato preso in considerazione).
È possibile che si riapra con l’Inter la trattativa per Juan Jesus, che ha il pregio di poter giocare anche sulla fascia. Perché un altro doppio e macroscopico errore è stato fatto con gli esterni. Digne non ha un cambio all’altezza, o almeno Rudi Garcia non ha reputato tali Emerson Palmieri e Cole (fuori da tutte le liste e vicino all’accordo con i Los Angeles Galaxy). Il nome di Kolasinac, bosniaco con passaporto tedesco che gioca nello Schalke 04, è sempre spendibile.
Dalla parte opposta la situazione è simile: Florenzi non è (ancora) un terzino e la definizione di nuovo Dani Alves non ha fatto altro che caricarlo di ulteriori responsabilità; Maicon è molto lontano dal giocatore visto il primo anno con Garcia; Torosidis si è messo in luce soprattutto per gli errori commessi. Servirebbe un titolare, anche per consentire a Florenzi di tornare a giocare nel tridente. Se invece non dovesse arrivare nessuno, serve un sostituto di Iturbe: i monitorati sono Perotti del Genoa, Defrel e Sansone del Sassuolo e Boufal del Lilla.
In mezzo al campo Nainggolan e Pjanic sono arrivati alla sosta stremati: gli infortuni di De Rossi e Keita, uniti alla scarsa fiducia di Garcia nei confronti di Vainqueur e Uçan, li hanno costretti agli straordinari. Come la scorsa estate non si è considerato che Strootman dovesse sottoporsi ad una nuova operazione. Altro errore. Capitolo portiere: a giugno arriverà Alisson, anche se l’International smentisce che la trattativa con la Roma sia già conclusa.
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