AS ROMA Mazzarri e Spalletti non convincono i dirigenti, Garcia “auto-traghettatore”

Garcia
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Non basta, e non può bastare, un abbraccio per addolcire una situazione ormai deterioratasi in maniera irreparabile: Rudi Garcia è ormai un dead man walking, un morto che cammina, sfiduciato da società e ambiente e tenuto artificialmente in vita alla Roma soltanto da uno stallo che rischia di protrarsi fino a fine stagione.

In casa giallorossa si affrettano a ribadire che Garcia non rischia l’esonero, ma è un atteggiamento di facciata. Il vero motivo della fiducia è la mancanza di convinzione nella scelta di un’alternativa, da Marcello Lippi a Luciano Spalletti passando per Walter Mazzarri, che metta d’accordo l’intera dirigenza. Mentre il grande sogno, Carlo Ancelotti, è stato ufficialmente annunciato dal Bayern Monaco.

E allora, si dovrebbe andare avanti così. Con una squadra che ha già perso per strada ogni briciolo di entusiasmo estivo nonostante una classifica non da buttare (4 i punti di ritardo dall’Inter capolista), e un allenatore che la piazza sarà costretta, con ogni probabilità, a sopportare fino a fine campionato, prima della scontata separazione.

A GIUGNO – I nomi buoni, come scrive ‘Tuttosport’, potrebbero poi essere due: il solito Antonio Conte, sogno della Roma col contratto in scadenza dopo gli Europei, e poi Unai Emery, allenatore del Siviglia che il club giallorosso aveva già sondato la scorsa estate, assieme a Milan e Napoli, non trovando però terreno fertile e proseguendo anche per questo motivo il rapporto con Garcia.

Rudi rischia dunque di diventare una sorta di… traghettatore in attesa del successore, in arrivo tra qualche mese. Sempre se la situazione, già complicatissima di suo, non peggiorerà ulteriormente nelle prossime settimane, ovviamente. In tal caso, nemmeno gli abbracci potranno salvare Garcia dal licenziamento.

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