IL TEMPO Un obbligo licenziare Garcia, lo “Spezial One”

Garcia
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(T. Carmellini) Adesso basta! Fine dei giochi, fine dell’avventura di Rudi Garcia. Via tutti: staffa, preparatori o presunti tali, traduttori, radioline, signorine. Tutti a casa e basta alibi. Anche la pazienza dei tifosi romanisti ha un limite. Un popolo messo a dura prova come mai prima da questa squadra e dal suo «condottiero»: Garcia, da ieri ribattezzato «The Spezial One», per la prima volta (almeno quello) ha ammesso di aver giocato una partita di m….

L’orgoglio della gente giallorossa è stato torturato, con cura certosina, proprio dagli interpreti che avevano fatta diventare questa Roma una meravigliosa macchina da gol (fa anche più rabbia) e che adesso assistono inermi allo «scollamento» di una squadra che si consuma come una candela. Eppure ci eravamo sforzati nel cercare qualcosa di positivo dal pareggio di Napoli nonostante una partita brutta, faticosa, senza un tiro in porta, giocata come una provinciale da fondo classifica.

Ma l’eliminazione dalla Coppa Italia ci ha riportato alla realtà e conclamato una crisi ormai senza fine: bisogna cambiare e farlo in fretta. Non siamo mai stati favorevoli (e non abbiamo cambiato idea) alla linea del «è tutta colpa dell’allenatore» e alla teoria secondo la quale mandare via Garcia sarebbe la soluzione a tutti i mali. Ma al momento, vista l’irreversibilità del problema, è l’unica cosa che questa società può fare. Non c’è alternativa, anche se cambiare in corsa a metà stagione rischia di compromettere anche quella successiva. Ma è chiaro che questo allenatore non ha più in mano la squadra, come è ormai assodata la sua incapacità di cambiare qualcosa, tantomeno in corsa.

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