(P. Tina) Il cuore al di là della lucida analisi sull’importanza della posta in palio. E’ la ricetta di Maurizio Sarri prima della sfida con la Roma. «La classifica non ci interessa proprio», dice l’allenatore del Napoli. «I nostri tifosi sentono molto questo match e noi dobbiamo farci coinvolgere dal sentimento della città e quindi regalare loro una grande gioia». Il San Paolo se lo augura: saranno in 55mila sugli spalti per lo scontro diretto contro i giallorossi. «Lo affronteremo nell’ottica di un derby. Io ovviamente mi riferisco soltanto alla rivalità sportiva e non ai fatti tragici». La morte di Ciro Esposito ha aperto una grave ferita tra le due tifoserie che per il momento difficilmente si risanerà, tanto che la gara è vietata ai sostenitori della Roma (il settore ospiti sarà chiuso), circostanza che sicuramente facilita il compito delle forze dell’ Ordine, comunque impegnate al massimo per garantire l’ordine pubblico di un vero e proprio evento, decisivo per entrambe le squadre. Il Napoli ha l’occasione ghiotta di allontanare i giallorossi a -6. Sarri, però, fiuta la trappola e sposta l’attenzione sugli avversari. «Non direi proprio che si tratta di una squadra in crisi. E’ la prima antagonista della Juve per lo scudetto». L’allenatore si rifugia nella logica economica. «Può anche vincere il titolo la squadra che spende meno, ma si tratta di un’eccezione. Quindi direi che la Roma è favorita». Schermaglie dialettiche, ovviamente, il Napoli punta al colpo grosso. «Ma dobbiamo difendere meglio. Abbiamo lasciato troppi spazi nelle ultime partite per eccesso di generosità. La solidità è una caratteristica fondamentale del nostro modo di essere, mai rinunciarci. La chiave della gara sarà sicuramente a centrocampo».
IL CAPOCANNONIERE
Sarri liquida l’argomento Rizzoli («E’ una designazione all’altezza») e invece è prodigo su Higuain, già 14 gol. «Con me è felicissimo? Allora deve ricambiare – sorride – ma senza l’atteggiamento mostrato a Bologna. Quello non mi è piaciuto». Il Pipita in versione Sarri, del resto, è un altro. «Sono più sereno con lui – ha detto l’argentino in un’intervista a Sky – anche i risultati ovviamente aiutano. Mi ha convinto a restare dopo il primo colloquio che è durato pochi minuti. Voglio soltanto continuare così».
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