Delizia per l’obiettivo raggiunto, croce per risultato e prestazione. Potrebbe racchiudersi così l’ultima controversa notte europea della Roma, riuscita a regalare la possibilità di giocarsi un ottavo di finale di Champions League e allo stesso tempo a sconfortare tra una valanga di fischi gli spalti semi vuoti dell’Olimpico. Nonostante i risultati del mercato che nell’arco degli ultimi anni hanno comunque consentito di migliorare almeno sulla carta il livello di competitività della squadra, la mancanza di leadership e quindi di personalità ha più volte mostrato l’incapacità di concentrazione in partite definite dagli stessi protagonisti «importanti e decisive». Quindi il campanello di allarme è scattato nuovamente dopo le pessime prestazioni collezionate tra Bologna, Atalanta, Torino e Bate Borisov: avversari sicuramente più abbordabili se messi in paragone all’imminente sfida di domenica con il Napoli al San Paolo.