(U. Trani) Garcia capisce il momento e si accontenta di quello che passa il convento di Trigoria. Con Pallotta in arrivo, evita di lamentarsi della coperta che è diventata corta ormai anche per il ds Sabatini e di conseguenza per la sua claque. Non ha dunque i brividi di freddo quando sbarca a Torino. Anzi si presenta qui con gli occhi sorridenti. Perché finalmente ritrova, nella fase cruciale della stagione, Gervinho. Già, il pupillo che ha rischiato di perdere per mettere la solita plusvalenza in cassaforte. Il bilancio ha sempre la priorità sulla vittoria. Che manca alla Roma ormai da quasi un mese, dall’8 novembre: 2 a 0 contro la Lazio. Guarda caso è anche l’ultima gara giocata dall’ivoriano (e da Salah). Le 2 frecce hanno fin qui fatto la differenza: in campionato, portando momentaneamente la Roma pure al vertice della classifica, e in Champions, tenendo in corsa i compagni per la qualificazione agli ottavi.
CONTROPIEDISTA UNICO Meno male che Gervinho, per la valutazione eccessiva data al suo cartellino che ha determinato 6 mesi fa il no dell’Al Jazira, è ancora qui e oggi torna a disposizione di Garcia. Che lo vuole subito in campo, magari dal 1° minuto. Perché con l’ivoriano titolare in 9 gare di campionato sono arrivate 7 vittorie, 1 pareggio e 1 sconfitta (quella di San Siro contro l’Inter che ancora ringrazia il suo portiere Handanovic). Totale 22 punti dei 27 in classifica (media 2,4: scende a 2,2 se si conta anche la decima presenza, ma entrando in corsa). Senza l’africano dall’inizio, le altre 5 partite hanno portato in dote solo 1 successo, quello contro la Juventus. Poi i 2 pari contro il Sassuolo e il Bologna e i 2 ko contro la Sampdoria e l’Atalanta. Dal ritmo scudetto alla media retrocessione: appena 1 punto a partita. La Roma, quando c’è lui, sa come comportarsi. E come colpire l’avversario. Si affida alle ripartenze del suo attaccante più anarchico. Già 7 le reti realizzate, 6 in campionato (l’ultima nel derby) e 1 Champions. Contro il Torino, scegliendosi la corsia, può mettere in difficoltà sia Peres che Molinaro, gli esterni del 3-5-2 di Ventura. «I giocatori hanno deciso di andare a cena tutti insieme, pur sapendo che poi ci sarebbe stato il ritiro: è un segnale molto positivo. E’ la conferma che il gruppo è unito: questa cosa mi piace tanto, anche perché solo lavorando uno accanto all’altro usciremo da questo momento delicato». Garcia ha sottolineato l’importanza della tavolata organizzata in settimana al ristorante della famiglia Florenzi a Vitinia. Perché ora sono i giocatori a dover spingere la Roma fuori dalla crisi. Gervinho è stato uno dei pochi assenti, avendo preso in precedenza un impegno che non ha poi potuto più spostare. Ma l’ivoriano, spesso criticato l’anno scorso dentro lo spogliatoio, ha riconquistato i compagni. Con le prestazioni convincenti, gli assist e soprattutto la gioia che spesso trascina i giallorossi. In serata è atteso nella capitale Pallotta.
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