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Roma

Esame Olimpico per la Roma. Doppio. Dopo la disfatta del Camp Nou, i giallorossi per ripartire puntano sullo stadio che fin qui è stato la loro fortezza ed è tale che dovrà dimostrarsi anche per la sicurezza. È la prima volta, dopo i tragici fatti di Parigi, che l’impianto accoglie una partita della squadra di Garcia, contro l’Atalanta, e i controlli si sono moltiplicati. Dovrà filare tutto liscio, in campo e fuori. In casa la Roma non ha mai perso, né in campionato né in Champions, nonostante abbia ospitato i campioni d’Italia e i campioni d’Europa in carica. Gli stessi che rischiano di destabilizzare le certezze con quel 6-1 tennistico in grado di riportare alla mente i fantasmi dell’anno scorso. Dal Bayern al Barcellona il colpo è stato pesante, l’importante è non andare a fondo un’altra volta. Il fattore Olimpico ha sempre funzionato, a parte il pari con il Sassuolo a settembre, unico incidente di percorso su una striscia di vittorie che ha portato alla conquista di 16 punti sui 18 disponibili. Lontano da casa i giallorossi hanno perso 10 punti, hanno iniziato con un interlocutorio pareggio a Verona con i muscoli ancora «a freddo», hanno faticato ma ottenuto comunque i tre punti nel primo derby col Frosinone, prima del tonfo contro la Sampdoria, in cui hanno mostrato un gioco convincente ma non efficace. Dalla facile vittoria di Palermo al successo nello scontro diretto con la Fiorentina si è tornati a soffrire a Milano, dove l’Inter ha avuto la meglio. Infine, il 2-2 nel pantano del Dall’Ara, pareggio annacquato dalle polemiche.

Davanti al proprio pubblico, nonostante l’assenza della più calda Curva Sud (semideserta anche domani, previsti in tutto 30 mila spettatori), la Roma ha saputo in pratica solo gioire quest’anno. La speranza è che da fortezza non diventi tabù, come successo un anno fa di questi tempi: fino al 30 novembre 2014, l’Olimpico era stato un fattore fondamentale, poi qualcosa si era interrotto e in 8 gare erano arrivati due ko e sei pareggi, con soli 7 gol segnati e 10 subiti. Ad oggi sono 17 le reti realizzate nei match casalinghi, 6 quelle incassate, mentre fuori il ritmo è al ribasso: 12 gol fatti, 9 palloni raccolti nella propria porta. L’Atalanta nelle ultime 4 trasferte ha mancato l’appuntamento col gol ed è riuscita a fare un solo punto. Sulla carta, dovrebbe essere una prova semplice per la difesa giallorossa che martedì se l’è vista con i marziani del Barça, anche se l’ex tecnico della Lazio Reja ritroverà per l’occasione Pinilla, al rientro dalla squalifica. L’amico di Nainggolan è il bomber della sua squadra con 4 reti tra campionato e Coppa Italia, ma dopo aver visto Messi, Neymar e Suarez in azione a Manolas e compagni non dovrebbe far paura. Szczesny al Camp Nou si è trattenuto dall’applaudire gli avversari: non ne aveva mai visti di così forti. Adesso si torna alla normalità della Serie A e il suo obiettivo è tenere la porta inviolata, come solamente in 2 partite è riuscito a fare.

Ad essere sotto esame non è esclusivamente la Roma, ma anche il sistema di sicurezza, rafforzato dopo gli attentati in Francia. Ieri sono state ratificate nella sede del Gos nuove e più accurate procedure d’ingresso, elencate dall’addetto alla biglietteria Carlo Feliziani alla radio ufficiale del club: «L’apertura dei cancelli è alle 13, consigliamo di arrivare in tempo perché i controlli saranno serrati e a quelle consuete di biglietti e documento si aggiungeranno le perquisizioni e i body check, per evitare che possano accedere allo stadio persone pericolose. È una scocciatura inevitabile». Più step per i pochi della Sud: «In alcuni settori, come la Curva, ci saranno 4 controlli: prefiltraggio, bolla di accesso, tornelli e l’ingresso allo stadio. L’accesso in Tevere è stato spostato a piazzale Dodi». Tutt’intorno all’Olimpico ci saranno tanti agenti e poche macchine: «Ci sarà – ha spiegato Feliziani – una chiusura ad ampio raggio: dalle 12 saranno chiusi gli ingressi da Lungotevere Maresciallo Diaz, Lungotevere Maresciallo Cadorna, Piazzale della Farnesina e Ponte Duca d’Aosta». La fortezza è pronta al doppio esame.

 

edwin iacobacci

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