Bruno Conti, leggenda della Roma degli anni ’80, ha ricordato in un’intervista alcune tappe della sua straordinaria carriera e parlando dei pericoli che la Roma dovrà affrontare al Camp Nou al cospetto del Barcellona.
Che cosa successe in quella finale di Coppa Campioni del 1984?
“Ho brutti ricordi di quella partita con il Liverpool, soprattutto perchè si giocò a Roma all’Olimpico. Pareggiammo 1-1 così si dovette andare ai calci di rigori per decidere chi avrebbe vinto e i rigori sono sempre una lotteria. La nostra era una grande squadra composta da grandi giocatori ma i tiri dal dischetto ci condannarono. E’ stata una delusione enorme per tutti, soprattutto per i tifosi. Giocare una finale di Coppa dei Campioni in casa è una cosa che non accadrà più. E’ stato un vero peccato”.
Ha sognato a lungo quella partita?
“Si sognano tante cose. Quando si fa il salto da una squadra dilettantistica ad una professionistica è come toccare il cielo con un dito. Prima di quella finale avevo già vinto un Mondiale, avevo quindi già assaporato il gusto del successo. Sono questi i sogni che ha qualunque ragazzo che ami lo sport e gli obiettivi si raggiungono in modo graduale. Per Fortuna posso dire che so cosa di prova a vincere titoli importanti”.
Che cosa manca alla Roma di Rudi Garcia per essere competitiva ai massimi livelli in Europa?
“Da quando il club è stato acquistato da Pallotta si è svolto un ottimo lavoro. Il direttore sportivo, Walter Sabatini, è riuscito a costruire una squadra che è ancora in lotta sia in campionato che in Europa. Per fare il salto di qualità non manca molto perchè in questa Roma ha talento da vendere”.
Le piacerebbe scendere in campo?
“Certo che mi piacerebbe. A tutti i giocatori piacerebbe esibirsi su un palco come quello del Camp Nou, ma io per fortuna sul quel campo ho già giocato contro una grande squadra e ci siamo anche tolti la soddisfazione di vincere. Da tifosi della Roma spero solo che si possa conseguire un risultato positivo in uno stadio magnifico come questo”.
In molti vedono in Florenzi l’erede di Conti
“Parliamo di un giocatore universale. Può giocare da esterno, da attaccante o a centrocampo. L’abbiamo ammirato in molte posizioni e riscontrato una crescita sensazionale. Ha grande tecnica e segna grandi goal. Alessandro è un calciatore completo che non si arrende mai, noi gli manca nulla per essere in prima squadra”.
La Roma è l’unica squadra italiana che non ha mai perso contro il Barcellona
“Questa è un ottima statistica. La speranza è quella di ottenere un altro risultato positivo, soprattutto contro questo Barcellona. Sarebbe grandioso”.
La Roma non potrà contare nè su Gervinho nè su Salah, due giocatori che con la loro velocità avrebbero potuto far male
“Sabatini ha lavorato molto su questo aspetto, adesso capiremo quanto è lunga la panchina della Roma. Ci rono giocatori come Iago Falque o Iturbe che possono far bene in quella posizione e sopperire alle assenze”.
Qual è l’elemento insostituibile per la Roma?
“Per vincere dei titoli, anche se ci sono sempre delle eccezioni, si deve pensare al collettivo. E’ il gruppo che rende un progetto vincente, non un singolo giocatore”.
Il Barcellona arriva a questa partita dopo il roboante 0-4 rifilato al Real Madrid al Bernabeu
“Anche se non ci fosse stato un risultato così netto non avrei comunque cambiato la mia opinione. Il Barcellona resta una squadra fantastica. Sappiamo che è in grande forma ed ha anche recuperato Lionel Messi”.
Lei era presente in quell’Italia-Argentina dei Mondiali del 1982 quando Gentile riuscì a Marcare in maniera impeccabile Diego Armando Maradona. E’ possibile ripetere una marcatura del genere contro Messi?
“Il calcio è cambiato molto rispetto ad allora, oggi è più tattico. Gentile non marcò in quel modo solo Maradona, fece lo stesso lavoro con Zico. Gli allenatori preparano bene le partite ma un giocatore come Messi non puoi fermarlo con nessuna tattica. E’ dura preparare partite contro giocatori del genere perchè nel calcio moderno la marcatura a uomo non è più possibile”.
Bruno Conti chi sceglierebbe come partner d’attacco tra Neymar, Messi e Suarez?
“In questo contesto Conti non avrebbe giocato (ride). Parliamo di fenomeni. Io ero un calciatore che si è divertito a giocare a calcio ma questi sono campioni che hanno dimostrato di essere dei goleador con caratteristiche diverse. Credo che non ci sia un attacco più forte di questo al mondo”.
Come li ha visti nel Clasico?
“Hanno dimostrato che a loro non si può fare la minima concessione. Ogni errore, per quanto piccolo, viene pagato a caro prezzo contro giocatori del genere”.
Luis Enrique alla Roma non è riuscito a convincere, al Barcellona si è invece imposto subito completando uno storico Triplete
“Quella era una Roma in fase di ricostruzione e Sabatini non aveva ancora portato i giocatori giusti. Luis Enrique arrivò in un momento nel quale c’erano troppi pezzi mancanti. Con la squadra di oggi sarebbe andato molto lontano”.
Lei preferisce il Barcellona di Luis Enrique o quello di Pep Guardiola?
“Stiamo parlando di Guardiola, un tecnico che ha vinto tutto e che continua a vincere alla guida del Bayern. Sono due squadre che fanno un calcio simile e sono guidate da grandi allenatori ma che hanno anche dei fenomeni a disposizione. Oltre alle capacità tecniche, per arrivare al successo è importante avere giocatori disponibili”.
La Roma, come il Barcellona, è un club che può contare su un grande settore giovanile. Ci sono cose in comune con la Masia?
“A Trigoria manca ancora qualcosa per potersi paragonare al settore giovanile del Barcellona, tuttavia sono stati sfornati talenti come Florenzi, De Rossi, Totti e tanti altri che oggi giocano in Serie A. La nuova proprietà sta facendo notevoli sforzi, non solo economici, al fine di garantire la crescita del settore giovanile. Credo che si possa migliorare partendo dalle basi che sono state create per parlare di un vero e proprio modello romanista”.
Fonte: goal.com