L’Italia è in ritardo. Lo sa anche Conte. Che però è rientrato da Bruxelles più soddisfatto di quanto si possa pensare. Esagerato, secondo lui, il verdetto del test contro il Belgio: la nostra nazionale tatticamente ha risposto bene. Il 3 a 1 non ha inciso sulla valutazione: promossa, dunque, anche se parzialmente. Perché i giocatori sanno come comportarsi in campo, ma devono crescere tecnicamente. Il gap con il gruppo di Wilmots è proprio nella differente qualità dei singoli. Che hanno talento e si conoscono bene tra loro: la sintonia, sommata all’organizzazione, per il gioco e di conseguenza per la vittoria. Gli azzurri, in 7 mesi, hanno la possibilità di crescere a 360 gradi e quindi di recuperare terreno, avvicinandosi alle migliori. Per sfidarle alla pari nell’Europeo. Il ct ne è convinto. Ma ha bisogno di più giorni di ritiro per preparare l’avventura in Francia. Ha già chiesto di anticipare la finale di Coppa Italia per avere subito a disposizione i 23, appena finirà il campionato (domenica 15 maggio).
AUTONOMIA LIMITATA Solo un’ora da Italia. È da qui che Conte intende ripartire. La sua nazionale, tutta pressing e sacrificio, diventa fragile appena abbassa il ritmo e l’intensità. È successo a Bruxelles, con il Belgio che si è preso l’iniziativa e la partita senza averepiù problemi. Sui lati hanno funzionato Florenzi e Candreva, appena sono calati loro 2, i migliori della serata, gli altri sono diventati vulnerabili. Prima di andare alla Juve, nelle altre esperienze da allenatore di club, il ct è sempre intervenuto cambiando in corsa gli esterni alti. Venerdì sera ha tardato: fuori Florenzi sul 2 a 1, dopo 80 minuti, e dentro El Shaarawy. Non ha fatto, dunque, in tempo a restituire energie alla squadra che si è definitivamente arresa. Anche perché i 2 mediani,Marchisio e Parolo, sono calati dopo l’intervallo. Entrambi non sono al top della forma. La fisicità di Witsel e Nainggolan ha avuto il sopravvento. Conte ha però la certezza che Verratti, lì in mezzo, ha la capacità di irrobustire il reparto. Centrocampista moderno e giovane, usa il carattere e la testa per emergere. Lui e Marchisio sono la coppia ideale, con Parolo e Soriano che restano sostituti più che decenti. Più che del ritorno di Pirlo, si discute su quello di De Rossi, solo 4 presenze con l’attuale gestione tecnica. Il ct ha preso male la sua espulsione a settembre contro la Bulgaria a Palermo. Difficile che però rinunci a chi gli può coprire 2 ruoli (difensore e centrocampista).
BIG IN CRISI Pirlo e De Rossi, ma non solo. Perdono colpi anche Buffon, Bonucci e Chiellini. L’età del primo, la stanchezza del secondo e l’usura del terzo incidono sul rendimento in calo della difesa azzurra. I numeri sono inequivocabili: 5 gol presi nelle ultime 3 partite (a ottobre, 1 rete subita contro l’Azerbaigian e 1 contro la Norvegia; a novembre, 3 contro il Belgio, mai successo con Conte fino a Bruxelles). L’Italia ne ha incassate 12 in 15 gare della nuova éra (solo 2 nelle prime 6). Anche i terzini Darmian, poco utilizzato dallo United, e De Sciglio devono essere meno timidi, ma il problema è al centro. Se Buffon va in altalena, Bonucci si allena poco per giocare sempre e Chiellini non forza per evitare ricadute muscolari. Solo Barzagli dà garanzie. Gli altri sono da verificare. Con la linea a 4 (quella a 3 è l’opzione di riserva).
SPIRITO DI GRUPPO L’amichevole di martedì a Bologna contro la Romania servirà proprio per conoscere gli interpreti di scorta: De Silvestri, Acerbi, Astori, Giaccherini, Soriano, Montolivo, El Shaarawy, Zaza e Okaka. L’Italia sarà diversa negli uomini da quella di venerdì. Ma il ct non sembra intenzionato, pur avendo 28 giocatori, a mandare in anticipo a casa qualche azzurro. Ha citato l’esempio di Mertens, rimasto in ritiro con il Belgio. Il sistema di gioco resta il 4-4-2, con il 4-3-3 come alternativa. Florenzi, nell’ultima esercitazione, ha avuto spazio da terzino al posto di Darmian. Affaticamento, invece, per De Sciglio, uscito in anticipo. A riportarlo è l’edizione odierna de Il Messaggero.
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