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Dzeko

Chi lo critica non ha mai giocato a calcio. Oppure non lo conosce. Non serviva certo la partita di ieri per capire che razza di giocatore sia Edin Dzeko: un centravanti completo, che segna e fa segnare, attacca, serve assist, difende, trascina. E alla fine delle partite dice le cose come stanno. Se la Roma è ancora in corsa dopo questa pazza doppia sfida con il Bayer lo deve soprattutto a lui. Praticamente perfetto nel primo tempo, tranne il colpo del ko fallito da due passi, un leone nella ripresa, quando attorno a lui erano tutti impauriti e quasi rassegnati all’ennesima delusione in Champions.

C’è da scommetterci: se non fosse arrivato il rigore vincente di Pjanic a regalare una vittoria nel complesso meritata, si sarebbe parlato più di quell’errore di Edin piuttosto che della sua prestazione da campione. La forza di Dzeko, però, è non curarsi di tutto ciò.

«Non sono felice di aver segnato solo 2 gol fino ad ora con la Roma – racconta a fine gara – ma mi rende contento di averlo fatto stasera, soprattutto perché abbiamo vinto. Sto giocando per la squadra ma un centravanti deve segnare: lavorerò per tornare a farlo più spesso in futuro. La squadra e la società sono sempre stati dietro di me e dedico la vittoria a loro: per questo motivo non ho sentito nessuna pressione».

Questione di carattere. Lo stesso che lo ha portato a catechizzare i compagni in campo dopo il terzo gol e poi a bocce ferme davanti ai microfoni. «Non può succedere nelle grandi partite che nei primi 5 minuti del secondo tempo spariamo dal campo – il rimprovero di Dzeko – dobbiamo migliorare questo aspetto sia nella difesa che nella mentalità».

Il suo amico Pjanic concorda: «Dovevamo chiudere prima la gara, abbiamo sprecato tanti contropiede, ma alla fine l’importante sono i 3 punti. Quando andiamo in vantaggio cala sempre la concentrazione e dobbiamo migliorare questo aspetto. Ora – spiega il centrocampista – non siamo qualificati ma siamo davanti al Bayer e dobbiamo completare il “lavoro”. È importante vincere prima del derby e spero che domenica bissiamo».

Lui non potrà dare una mano causa squalifica, De Rossi è ko, Nainggolan è l’unico superstite dei titolari. «A fine primo tempo – l’analisi del Ninja – se fossimo stati 5-0 non rubavamo nulla. L’errore è stata la troppa consapevolezza di avere la partita in mano, siamo andati nello spogliatoi col sorriso e rientrati in campo mosci, loro ne hanno approfittato. Dopo abbiamo trovato la vittoria con merito, l’unico risultato che ci poteva salvare. Però è giusto guardare gli aspetti negativi: segniamo sempre, ma non è possibile che ad ogni mezza occasione subiamo gol. Dobbiamo essere più attenti e dare qualcosa di più». Che sia una vittoria costruttiva in tutti i sensi. A riportarlo è l’edizione odierna de Il Tempo.

edwin iacobacci

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