Il Prefetto di Roma Franco Gabrielli è intervenuto ai microfoni della trasmissione ‘Il Processo del lunedì’, in onda questa sera sull’emittente televisiva. Questa un’anticipazione delle dichiarazioni rilasciate in esclusiva a programma:
«La prospettiva di un derby romano con le curve vuote mi provoca dispiacere: credo che un derby sia anche un momento di partecipazione. L’assenza dei tifosi in curva, sicuramente non è positiva. Si tratta di un’evenienza. Il questore e le forze di polizia stanno lavorando anche a questa ipotesi, ma mi auguro sia scongiurata. Abbiamo sentito tifosi di Roma e Lazio e alcuni di loro si chiedono perchè, al posto delle barriere, non si sia pensato alla videosorveglianza. Su questo punto è necessario fare chiarezza. Quando ad aprile sono arrivato mi hanno fatto notare che le due curve, in particolare quella della Roma, aveva una capienza abnorme. Da quella ipotetica di 7.500 si arrivava a 12-13 mila. Il questore ha poi presentato un pacchetto-sicurezza, ma la cosa che mi sta più a cuore è l’incolumità». «Le società – aggiunge Gabrielli – questa decisione l’hanno subita e, sia pure con atteggiamenti di collaborazione di tipo diverso, credo non ci abbiano dato una mano, perchè quando noi abbiamo comunicato che avremmo diviso le curve e ristretto la capienza, ed è la cosa per la quale io onestamente mi sento di essere vicino al tifoso che magari ha comprato l’abbonamento, pensando di stare vicino a persone con le quali condividere la passione calcistica».
«Io intanto trovo un pò immorale che nel derby scorso lo Stato abbia dispiegato 1.700 uomini per garantire lo svolgimento di una partita di calcio, a fronte del fatto che, occupandomi di sicurezza dei municipi, sento la gente che si lamenta del fatto che non ci sia neanche una pattuglia dei carabinieri – rileva Gabrielli -. Credo che per un Paese serio che ha a cuore la propria immagine, queste modalità debbano essere superate. E si superano principalmente con l’assunzione di responsabilità da parte dei club».
Gabrielli conclude con un avvertimento al tifo organizzato, che ha inscenato lo sciopero delle curve: «Più si radicalizzerà il confronto e meno spazi ci saranno per trovare forme di una diversa gestione di queste questioni. Queste manifestazioni mi convincono ancora di più della necessità di regole un pò più dure. Se, invece, la gente ritornerà nelle curve, ritornerà allo stadio e dimostrerà nei comportamenti che la sicurezza e l’incolumità può essere garantita in altro modo. Io credo che nessuno sia così ottuso da non rivedere anche le proprie posizioni. Se invece di tratta di un braccio di ferro è chiaro che per loro sarà perdente. Ne va della credibilità dello Stato».
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