La Roma di Firenze è il classico effetto che si ottiene quando i pregi finalmente pagano e i difetti finalmente non tolgono. L’attacco giallorosso è invidiabile (con 22 reti, il doppio della Juventus, è il migliore del campionato), la difesa concede troppo se non è protetta e se la squadra si allunga. Controllare il gioco e i suoi ritmi può destabilizzare anziché caricare. Come rimediare? Ora la Roma l’ha capito. Ha battuto la Fiorentina contentandosi di toccare appena il 27% dei palloni, trovando nei 6 minuti passati nella metà campo avversaria due gol e sfiorando il terzo. Terribilmente concreta, anche a costo di non sembrare (più) bellissima. Al Franchi è stata la Fiorentina a praticare quello sterile possesso palla (73%) in cui la Roma s’è aggrovigliata per mesi, perdendo fiducia, partite e identità.
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