Dove c’è Pjanic c’è Roma. Se Pjanic sonnecchia la Roma annaspa, se Pjanic accende la luce la Roma assume la fisionomia di una squadra vitale, persino imprevedibile, qualunque sia il modulo. La Roma, dice Garcia, ha una mentalità offensiva. Dovrebbe allora disporre anche di un gioco offensivo, qualcosa di studiato che coinvolga tutti e non dipenda soltanto dal suo più conclamato talento (o dall’entusiasmo di Florenzi “multitasking”). Però non ce l’ha. Spesso i recuperi palla non portano a niente. Contro le difese chiuse la Roma è agitata, non dinamica. Per questo batte l’Empoli solo quando Pjanic spegne i toscani con una delle sue punizioni (11’st), la terza in campionato. Di colpo gli spazi, da tre che erano, sono diventati cento. Gli empolesi, da diligenti e rapidi nelle chiusure che erano, si sono smarriti perdendo energia (e pensare che avevano cominciato la ripresa mettendo sotto pressione i portatori di palla, evidentemente la brutta Roma del primo tempo li aveva caricati). A catena sono arrivati il raddoppio di De Rossi, nella sua partita n. 500, di testa su corner di Pjanic (14’ st) e il 3-0 di Salah, maturato da una verticalizzazione di Nainggolan e da un cross corto di Gervinho (24’ st). Poi l’1-3 di Büchel (30’ st).
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