Quella curva valeva la pena riempirla solo per lui. Papà Alberto e mamma Michela erano presenti al solito posto in Monte Mario, la Sud no. De Rossi festeggia le 500 presenze con la Roma nel modo migliore possibile in campo: gol, vittoria e balzo in classifica. Ma, come spesso capita nella storia controversa di Daniele, manca qualcosa. «Segnare sotto la Sud vuota è un grandissimo dispiacere – ammette il centrocampista – i tifosi sono quelli che mi hanno fatto innamorare del calcio e della squadra». Gli stessi che ieri gli hanno scritto un messaggio esposto, non a caso, sotto il Colosseo. «Avrei preferito non avere lo striscione e vederli qui allo stadio, la situazione che si è creata è fastidiosa per loro e per noi. Non sono per l’anarchia in curva ma le regole non devono mai attaccare diritti e dignità della gente. Spero si trovi punto di incontro a metà strada per ritrovarli più forti e numerosi, ne abbiamo bisogno e non lo dico per ruffianeria». De Rossi prova anche a godersi un po’ il traguardo conquistato. «In questi momenti ripercorri le tue tappe ed escono fuori i gesti come quello al Colosseo, significa che qualcosa di buono lo hai lasciato e ti dà la forza di lasciare ancora qualcosa di più in questo anno e mezzo che manca alla fine del mio contratto». Sì, perché ad oggi il suo futuro non è ancora deciso, ma per ora Daniele è concentratissimo sul presente. «Era molto importante battere l’Empoli in una giornata con tanti scontri diretti. Se la Roma è da scudetto? Noi siamo convinti che lo sia, ma essere attrezzati e vincerlo sono due cose differenti. È il sogno mio e di tutta la città, è arrivato il momento di toglierci questa soddisfazione grandissima. Se sarà questo l’anno giusto lo dirà il campo».
Diventare più cinici come è successo con l’Empoli può aiutare. «Contro la Sampdoria abbiamo fatto una partita stupenda – ricorda De Rossi – ma siamo stati carenti sui calci d’angolo. Curioso aver segnato di testa oggi che là davanti abbiamo giocato con i “sette nani”». Da capitano di giornata, spende elogi per due compagni. «Pjanic sa calciare in qualsiasi modo, le punizioni sono solo una ciliegina. Sta diventando sempre più costante, teniamocelo stretto e coccoliamo. Castan è un ragazzo bravo, serio, ha accettato con serenità di non giocare Roma-Juve. Non è ancora il difensore insuperabile che conosciamo, aspettiamo che torni». Il capitano «titolare» lo applaude da casa: «Le 500 partite di Daniele – scrive Totti – andavano festeggiate così, i complimenti sono persino scontati visto il suo spessore». Ma comunque apprezzati. A riportarlo è l’edizione odierna de Il Tempo.
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