La Roma passa la notte al secondo posto: è l’effetto del terzo successo di fila in campionato. Il 3 a 1 contro l’Empoli, nell’Olimpico dimezzato e spesso silenzioso, spinge in alto i giallorossi e sintetizza i pregi e i difetti di questo gruppo. L’attacco, pure senza Dzeko, rappresenta il top, 12 gol nelle ultime 3 gare (20 in 8), la difesa rimane invece vulnerabile. Ma Garcia ha ormai capito come gestire l’organico da vertice. La squadra è più quadrata. E a renderla efficace ci pensano i singoli: Pjanic e i contropiedisti Salah e Gervinho.
Il campionato ha avuto la priorità sulla Champions, almeno a pesare la strategia scelta dell’allenatore francese. Che evita la rotazione scellerata vista contro il Sassuolo quando cambiò 6 giocatori. In questo caso solo 1, prendendo come riferimento l’ultima gara di Palermo. In difesa torna Castan dopo 56 giorni, avanza De Rossi a centrocampo dove esce inizialmente Nainggolan. Anche il sistema di gioco è lo stesso della trasferta in Sicilia: 4-4-1-1. Il centravanti è Gervinho con Salah che gli parte alle spalle. Sui lati, a centrocampo, ancora Florenzi e Iago Falque, in mezzo il doppio regista, con Pjanic accanto a De Rossi, dietro la linea a quattro con Torosidis a destra e Digne a sinistra, al centro Manolas con Castan. Anche se è la formazione numero 10, sempre diversa dall’inizio della stagione, Garcia prova a insistere sugli stessi uomini. E con l’assetto al momento il più affidabile: il 4-4-1-1 garantisce equilibrio e ordine. In fase offensiva somiglia tanto al 4-2-4. Più che fare la partita, la Roma sfrutta le ripartenze. L’Empoli di Giampaolo, privo del talento Saponara, è tanto simile a quello di Sarri. Con il 4-3-1-2 va a pressare altissimo con 3 uomini: le punte Maccarone e Pucciarelli, più il trequartista Krunic, vanno a infastidire i portatori di palla giallorossi. Meglio mettersi a specchio: prima dell’intervallo, Iago Falque trequartista e Florenzi a centrocampo.
Mezz’ora decente della Roma, con un paio di chance sprecate da Gervinho, non basta al pubblico che fischia alla fine del primo tempo. L’Empoli controlla senza fatica, perché l’assetto giallorosso fa stare tranquillo Szczesny, ma il ritmo è troppo basso per creare occasioni. La differenza, alla lunga, sta nelle individualità. Maccarone, Pucciarelli e Krunic non trovano mai la giocata decisiva. Pjanic, invece, sfrutta la prima che gli capita. Florenzi è steso dall’ex Paredes (applausi meritati quando esce) e lo specialista, 3˚ gol su punizione dei 4 realizzati in questo torneo, indirizza il match dopo meno di un’ora. In campo è appena entrato Nainggolan al posto di Iago Falque. De Rossi festeggia subito le sue 500 presenze segnando di testa (12˚ marcatore stagionale). Finalmente da corner. Battuto da Pjanic che diventa trequartista, dopo l’ingresso di Nainggolan, nel 4-3-1-2 con cui la Roma chiude e vince la gara. Prima del tris di Salah, su contropiede ben gestito da Gervinho, Uçan per Pjanic. L’attacco giallorosso si conferma il migliore del torneo: 20 gol. Buchel, rasoiata di sinistro, fa centro e la Roma continua a prendere gol. In 10 partite, solo a Frosinone non ne ha subiti. In campionato sono già 10 in 8, 6 in più della scorsa stagione (e 9 in più di 2 anni fa). E’ lì che bisogna lavorare. A prescindere dagli interpreti e da moduli. A riportarlo è l’edizione odierna de Il Messaggero.
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