(F. Ferrazza/M. Pinci) A Trigoria sul suo stato di forma nessuno ha dubbi. I dubbi, semmai, sono altri: perché Maicon non gioca più? Se lo chiedono i compagni, con cui il rapporto è ottimo: lo dimostra l’abbraccio di Gervinho, che dopo il gol del 3-0 a Palermo è corso in panchina per “salutare” il brasiliano. Se lo chiede anche lo stesso Maicon: un anno passato con guai ripetuti al ginocchio, un rapporto pessimo con il preparatore Rongoni, le cure (inutili) a Barcellona. Poi un’estate di lavoro, tutta ad altissimo livello, anche in Brasile.
Da metà agosto il terzino ex Inter è un calciatore ritrovato, anche al netto di piccoli scivolate che però non gli hanno impedito di giocare contro il Sassuolo e poi di brillare contro il Carpi: suo il tracciante da cui è nato il gol di Gervinho, suo il delizioso assist per la rete di Digne. Sembrava il prologo di una stagione da protagonista. Sembrava appunto, perché da quel momento di lui si sono perse le tracce. Zero minuti contro il Bate e a Palermo, gare in cui la difesa romanista non ha certo brillato per solidità. Il sospetto è che a tenerlo fuori sia soprattutto una clausola sul contratto, in cui è previsto il rinnovo automatico se dovesse disputare il 70% delle gare stagionali dei giallorossi. Che con 123 milioni di stipendi a bilancio, devono necessariamente sforbiciare i costi, a partire dagli stipendi più pesanti.
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