(M. Cecchini) Il sorriso non è quello dei giorni più belli ma Rudi Garcia, incassata la fiducia del presidente Pallotta, traccia le strada per ritrovare la rotta perduta (anche) nella sconfitta di Borisov. «Col presidente ci sentiamo spesso – spiega l’allenatore della Roma – senza contare che in questi due anni i dirigenti mi hanno sempre dato sostegno con i fatti. Adesso occorre guardare avanti, e a Palermo noi andiamo per vincere».
CASTAN SCALPITA Nonostante le assenze (Strootman, Totti, Dzeko, Keita e Rüdiger), a Garcia problemi di scelta non mancano, primo fra tutti quello sul rilancio o meno di Castan. «Il gruppo è quello che ho voluto. Le nostre ambizioni sono grandi. Siamo in corsa in tutte le competizioni. Lotteremo fino alla fine per lo scudetto, sapendo che l’obiettivo principale è qualificarci per la Champions. Tutto è ancora possibile. Per quanto riguarda la mentalità vincente, dico che per arrivare due volte secondi, la squadra non può che averne una di qualità». Certo, Garcia si rende conto di come l’umore della piazza nei suoi confronti sia più tiepido. «Non sono un giovane allenatore, so come vanno le cose. Io devo essere motivato, combattente come sempre, e il mio sogno di vincere titoli in giallorosso è sempre lo stesso. Basta trovare maggiore continuità, perciò devo tirare fuori il meglio dai miei giocatori. Non ho energie da sprecare per occuparmi di cose diverse dal campo: è sempre lui che parla». Per questo, in fondo, Garcia non ha rimpianti. «Sono felice di essere rimasto. Sto bene qui e il mio obiettivo è vincere con la Roma». Per questo, occhio a ulteriori passi falsi.