(L. Valdiserri) Dal Palermo a Palermo è un altro Rudi Garcia, ma è anche un’altra Roma. I siciliani chiusero il campionato scorso (31 maggio) con una vittoria all’Olimpico in una partita che non contava nulla, adesso aspettano i giallorossi al Barbera per una gara che può avere esiti anche clamorosi. Nessuna delle due panchine è blindata. Le tre sconfitte consecutive di Iachini stuzzicano il cannibale Zamparini. Le rassicurazioni arrivate a Garcia dal presidente Pallotta e dai dirigenti ci sono state («Mi hanno sempre sostenuto con i fatti», ha detto l’allenatore), ma c’è chi le ha viste come un «Rudi, stai sereno».
La Roma di allora veniva dal derby vinto, dall’esultanza di Yanga-Mbiwa match winner a sorpresa, dalle magliette celebrative di Totti a fine gara («La grande bellezza») e dall’esplosione di De Rossi che gli è costata il deferimento per i gestacci alla curva della Lazio. Tanta pressione e tanta gioia. Più che la partita, però, contò la vigilia. Quella della conferenza stampa di Garcia in cui il francese disse che il divario con la Juve era destinato a crescere e che alla Roma, da sempre, si deve vendere prima di poter comprare. Parole che non sono piaciute. Da lì Garcia è stato depotenziato, a partire dal «taglio» del suo preparatore atletico, Paolo Rongoni, per fare spazio a Darcy Norman, voluto espressamente da Pallotta.
Il Garcia di ieri, dopo la batosta di Borisov, è sembrato un uomo attento a qualsiasi parola, cosciente del momento difficile per la squadra e per lui in particolare: «Mancanza di mentalità? Non credo, altrimenti spiegatemi voi come sarebbe stato possibile arrivare per due volte secondi in campionato. Le voci su miei sostituti? Conta solo il campo, non ho tempo né energie per pensare ad altro. Pentito di essere rimasto alla Roma? Io qui sto bene. L’obiettivo è vincere titoli perché la Roma se li merita, a partire dal presidente Pallotta fino all’ultimo addetto che lavora a Trigoria. E poi mi sembra un po’ presto per fare i conti».
Tutto gira intorno a due decisioni: Florenzi terzino o esterno d’attacco; De Rossi confermato in difesa oppure il rientro di Castan, che dopo un anno intero lontano dai campi per l’operazione al cervelletto era ritornato il 22 agosto, contro il Verona, ma da allora non ha più giocato nemmeno un minuto. L’ipotesi più gettonata è Torosidis basso e Florenzi alto con Gervinho e Salah. E se il Palermo si schiererà con il doppio trequartista (Quaison e Vazquez) Garcia potrebbe rispondere con un 4-2-3-1.
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