Lo scenario è questo: da una parte il campionato orfano della Juventus con uno scudetto finalmente alla portata, come certificato dalle quote dei bookmakers pro Roma; dall’altra una squadra che fa fatica a giocare a calcio, guidata da un allenatore in evidente difficoltà fin dallo scorso gennaio, probabilmente per sopraggiunti limiti tecnici. Garcia che è ancora qui perché Pallotta calciò a lato l’assist di fine stagione del francese («Juve irraggiungibile e club costretto a vendere prima di comprare»): via i suoi uomini di fiducia (preparatore atletico e medici) ma niente esonero.
Licenziarlo oggi, però, non garantirebbe il decollo verticale della Roma verso lo scudetto. Prima di tutto perché fra tanti tecnici a spasso migliori di Garcia si rischia di scegliere un Mazzarri,cioè un rimedio peggiore del male. E poi perché la rosa allestita da Sabatini presenta squilibri e lacune in ogni reparto. Di questo e di altro (come la protesta dei tifosi della Sud) chissà cosa ne pensaPallotta. Da inizio stagione le uniche tracce lasciate dal presidente sono scampoli d’assenza. Non c’era nei big match con Juve e Barça e il suo arrivo in Italia, annunciato per martedì, prevede al momento solo una tappa a Milano per l’amichevole di basket tra Olimpia e i suoi Boston Celtics. Ma, forse, la capatina a Trigoria è legata alla strada che la Roma imboccherà domenica al bivio-Palermo. A riportarlo è l’edizione odierna di Leggo.