(L. Valdiserri) Rudi Garcia la chiama «vittoria di Pirro», paragonandola a quella del 18 ottobre 2013 contro il Napoli (2-0), quando la Roma arrivò a 8 successi consecutivi ma perse per infortunio sia Totti che Gervinho. Ieri, contro un Carpi fiaccato dalla terza partita in una settimana, uno sforzo titanico per chi non è abituato alla serie A, la Roma di giocatori ne ha persi addirittura tre: Totti, che oggi passerà il compleanno numero 39 più triste (infortunio muscolare alla coscia sinistra quando, nella ripresa, era entrato da soli 6 minuti); Keita (flessori della coscia destra), che ha pagato a caro prezzo 4 partite da 90’ quasi consecutive; Dzeko, uscito alla fine del primo tempo dopo un brutto fallo «a forbice» da cui era nata la punizione del 2-0 (Pjanic). Il bosniaco è uscito dallo stadio con il ginocchio destro fasciato (trauma distrattivo) e zoppicante. La macchina, guidata dalla bellissima fidanzata, è arrivata fin dentro l’Olimpico per evitargli più sforzi possibili. Oggi il centravanti sarà sottoposto a esami approfonditi, ma una sua presenza contro il Bate Borisov, martedì in Champions, è praticamente da escludere. Dzeko, probabilmente, firmerebbe per tornare dopo la sosta delle nazionali. In Bielorussia, naturalmente, non ci saranno né Totti né Keita e anche Florenzi (ieri non convocato) è in dubbio. Garcia dovrà chiedere il massimo a chi potrà andare in campo. In sede di mercato sono stati gravemente sottovalutati i tempi di recupero di Strootman e Castan. Adesso la coperta è molto corta.
Per fortuna della Roma la partita di ieri – chiusa già nel primo tempo: 3-0 con gol di Manolas(primo in giallorosso), Pjanic e Gervinho (non segnava in campionato all’Olimpico da Roma-Inter 4-2, 30 novembre 2014) – non ha portato solo cattive notizie. Ci sono i tre punti che servivano come il pane (Garcia dixit) dopo il pareggio contro il Sassuolo e la sconfitta (immeritata) contro la Sampdoria; c’è Gervinho che è sembrato quello vero; c’è il dato dei 10 marcatori diversi in 7 partite tra campionato e Champions (3 Salah; 2 Pjanic e Florenzi; 1 di Dzeko, Falque, Iturbe, Totti, Manolas, Gervinho e Digne); c’è De Sanctis che, dopo l’errore di Marassi sulla punizione di Eder, si è riscattato con una grande respinta su Borriello nel primo tempo (la gara era ancora sullo 0-0) e un rigore parato a Matos nel secondo tempo. Solo gli esami delle prossime ore potranno fare completa chiarezza sugli infortuni. Quello che si può già dire è che l’età della Roma (Totti, Keita, Maicon…) è alta e che la «rosa» è smilza. Se De Rossi gioca in difesa manca un centrocampista, se sta a centrocampo manca un difensore. Il Carpi, come detto, ha pagato la desuetudine a sforzi così ravvicinati. Non era questa la partita in cui cercare punti salvezza, però ci si aspettava qualcosa di più almeno nell’organizzazione difensiva.