Rudi Garcia, contro il Bate Borisov, fa 100 partite sulla panchina della Roma (54 vittorie, 27 pareggi e 18 sconfitte) ma dice di non saperlo «perché sono solo un uomo del presente e non del passato o del futuro. Comunque, visto che me lo avete ricordato, chiederò ai miei giocatori di farmi un regalo: una vittoria». Verità o bugia necessaria per tenere alta l’attenzione dei suoi giocatori contro i bielorussi, nella seconda partita del girone di Champions League. Dopo il pareggio contro il Barcellona nella prima giornata, quello del gol da centrocampo di Florenzi, la trasferta all’Est potrebbe sembrare facile. Ma il Bate è in forma, perché ha già giocato 21 partite di campionato e sta per vincere il suo decimo scudetto consecutivo, e nel passato (che non vuol ricordare) Garcia ha incrociato i bielorussi in Champions e ne è uscito male. Era il 19 settembre 2012 e il Lilla inaugurava il suo nuovo stadio: finì 3-1 per il Bate. Garcia si riscattò solo parzialmente nel ritorno (vittoria 0-2 a Minsk, dove il Bate giocava le gare europee), ma finì al quarto posto nel girone che comprendeva anche Bayern Monaco e Valencia. Il bilancio in Champions di Garcia (3 vinte, 6 pareggiate e 10 perse, tra Lilla e Roma) è da migliorare. Quale occasione migliore di questa? Più che il passato, però, preoccupano le assenze del presente. Contro il Carpi si sono infortunati Dzeko, Totti e Keita; Ruediger, che ha problemi a tutte e due le ginocchia, è rimasto a Roma e rientrerà dopo la sosta delle nazionali; Iago Falque è stato convocato, ma non sta bene: stamattina il provino per capire se potrà andare almeno in panchina; Castan non gioca dal 22 agosto; il lungodegente Strootman non è neppure nella lista Uefa che la Roma, alla fine di un calciomercato convulso e di difficile interpretazione, ha presentato con 21 giocatori anziché 22 (già 3 in meno delle altre squadre per il mancato Financial Fair Play). Carenza di giocatori «di formazione italiana». Come ha detto Garcia: «Ci abbiamo riflettuto, ma non è stato facile districarsi tra giocatori davvero italiani, giocatori formati in Italia (alcuni esempi: Nainggolan, Ljajic, Jovetic…) e giocatori formati nel vivaio. Questa è la situazione, non guardo chi non c’è: chiederò a chi va in campo uno sforzo in più». Giusto, ma i 22 erano un’imposizione della Uefa e i 21 sono stati una «scelta» della Roma. In panchina ci sarà almeno un baby della Primavera, probabilmente Lorenzo Di Livio (classe 1997) trequartista che promette di diventare più bravo di papà Angelo. In porta è aperto il ballottaggio tra De Sanctis e Szczesny, che ha recuperato dall’infortunio alla mano subito contro il Barça. Molto dipenderà dalla posizione di Florenzi. Se giocherà terzino, dentro Iturbe in attacco. Se sarà avanzato vedremo un 4-3-3 (Florenzi-Gervinho-Salah) o un 4-2-3-1 (Florenzi-Pjanic-Salah dietro a Gervinho). Debutto assoluto in Champions per Vainqueur. Il Bate — tre serbi, un montenegrino e un lettone — è il motore del calcio bielorusso. Non ha niente da perdere e avrà il sostegno appassionato del pubblico. Basterà? Garcia non guarda al passato ma prendersi una rivincita nel nuovo stadio del Bate sarebbe dolce. E avvicinerebbe quegli ottavi di finale e quei milioni di euro da usare a gennaio per allungare la coperta corta. A riportarlo è l’edizione odierna de Il Corriere della Sera.
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