Dalle ore 9.30 di oggi la Casa della Città ospiterà una serie di incontri sullo Stadio della Roma. I cittadini potranno così scoprire tutte le curiosità sul nuovo impianto giallorosso. In merito al progetto stadio, queste le parole dell’assessore Giovanni Caudo:
“La nostra maggiore aspirazione è quella di far conoscere il progetto ai cittadini. Non c’è nulla di peggio che basarsi sulle cose che circolano per sentito dire. Vogliamo mettere a disposizione uno strumento formale per far conoscere ai cittadini il progetto e l’iter, anche per migliorarlo. Questo intervento è privato ma non per questo in contrapposizione all’amministrazione comunale. E’ un progetto che non ha una valenza esclusivamente edilizia e sportiva. Io sono molto più interessato al resto che allo stadio. Tutto l’intervento sarà fatto con soldi privati. Ha senso per la città sfruttare questo progetto privato perché noi siamo in una città che vive di una base economica molto bassa. Siamo una città provinciale che ha investimenti immobiliare esteri bassi. Tra Roma e Milano c’è un rapporto di 1 a 5 perché non abbiamo interventi funzionali di inteesse per i privati. Interventi del genere porteranno nella capitale 700-800 milioni di euro. E’ possibile avere un nuovo sviluppo della città grazie agli interventi come questo progetto e altri lavori come le torri dell’euro. Lo stadio ha senso se si fa perché porta un grande investimento alla città. Quando un intervento porta 700-800 milioni alla città vedo in questa operazione un’operazione molto importante. Attenzione però a non entrare in questa dialettica nella città dove c’è uno strano connubio tra ambientalisti e cittadini che parlano di un’area negativa. Abbiamo esaminato con rigore il progetto, abbiamo rispettato i tempi e siamo andati in giunta. Poi è stato valutato il pubblico interesse fino ad aspettare il progetto definitivo che è stato presentato il 15 giugno. Abbiamo esaminato tutto con rigore. Io non ho mai visto un progetto studiato con questa rigorosità e in così poco tempo, però in un progetto così complesso ci sono delle cose che mancano. Se noi non prendiamo atto della crisi di Roma e non cerchiamo di ricostruire una base economica grazie ai privati che hanno un interesse per questa città, Roma rischia di essere meno vicina alle altre grandi capitali europee”.
Queste invece le parole di Kipar, l’architetto che ha progettato l’area del parco fluviale di Tor di Valle:
“Roma ha un patrimonio naturalistico da Capitale. È grande, è variegato, ha delle grandi potenzialità nelle aree protette. Ha una capacità nel lavoro sulla biodiversità dello sviluppo. Da dove iniziamo? Mettendo insieme i vari progetti, le diverse centralità. In questo progetto c’è una componente di verticalità. Più andiamo verso l’alto, più sentiamo il bisogno dell’orizzontale. Cosa sarebbe il verticale senza l’orizzontale? Più pensiamo di andare in alto, più dobbiamo pensare al suolo che ci accompagna, l’acqua, la vegetazione. È come l’organismo umano. Il corpo senza anima è come il suolo senza acqua. Le aree verdi sono paragonabili ai nostri vestiti. Ma ditemi voi cosa è più importante: il corpo, l’anima o i vestiti? Sono consequenziali. Senza la base non c’è neanche il vestito. La Green Infrastracture (Nature Based System) deve essere monitorata. L’Italia è chiamata a presentare progetti su progetti, ma poi per realizzarli le risorse non ci sono. Questo tema della Green Infrastructure serve ad attivare il patrimonio naturale, a ridefinire quest’identità anche nelle periferie, a mettere insieme delle relazioni dove nessuno dei cittadini deve sentirsi escluso. Noi vediamo gli stadi di tutto il mondo, sono diventati ormai luoghi di frequentazione quotidiana. Sono i nuovi poli di attrazione, non solo durante le partite, offrono servizi durante tutta la settimana. Questi temi sono importanti perché ogni progetto paesaggistico dovrebbe mettere a regime la vocazione del territorio. Vogliamo ‘costruire’ una grande GreenBlue Infrastructure intorno allo stadio, dal parco centrale fino al parco agricolo, per una grande isola verde che aiuti la città e i cittadini. Il progetto è enorme e complesso, ma sarà un’opera grandiosa. Il progetto mira ad aumentare il numero di ettari di verde pubblico. Ci saranno nel parco rurale 3,5 kilometri di nuovi percorsi, e pianteremo altri 6000 alberi per garantire un futuro al verde e farli diventare patrimoni vegetali. Ci vuole tecnologia nel costruire stadi, città ma anche la natura. Il parco urbano sarà ‘rustico’, perché deve funzionare venti anni, e non deve essere spaccato dopo un anno. Noi questo non lo costruiamo solo per il domani, ma anche per il dopodomani. Tutto è migliorabile nella dialettica complessiva ma non pensate che il progetto paesaggistico fosse un progetto slegato dal resto”.
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