IL MESSAGGERO Garcia e la sagra del Contentino

Roma-Genoa Rudi Garcia
Roma-Genoa Rudi Garcia

Inspiegabili. C’è, del resto, qualcosa di spiegabile nelle scellerate scelte iniziali di Rudi Garcia? No. Inspiegabili. Per tutta l’estate la società si è spaccata in quattro per portare a Trigoria un esterno basso mancino come Digne, ad esempio. Oppure un centravanti come Dzeko. O ancora un elemento duttile e tattico come Iago Falque. Eppure contro il Sassuolo, una delle tre squadre più organizzate della massima serie, Garcia ha mandato in campo una Roma inedita, sgangherata e senza l’esterno basso mancino, il centravanti e l’uomo tattico acquistati in estate. Un’estate già bruciata. Chissà cosa ne pensa il ds Sabatini… In più, non contento di tutto questo, il francese ha tolto di squadra l’uomo più in forma del momento, Florenzi, caricato a pallettoni dopo la super prodezza firmata contro il Barcellona, ed al suo posto ha mandato in campo un Maicon impresentabile, forse il miglior uomo del Sassuolo. Scelte inspiegabili per una Roma deforme, tatticamente sconquassata dagli emiliani e, quindi, incapace di portare a casa altri tre punti. E la vetta della classifica, dopo quattro giornate, è già lontana quattro punti.  Visto come sono andate le cose, sarebbe bello, e confortante, poter pensare che Garcia abbia voluto dare un “contentino” a chi finora era rimasto a guardare; se invece alla base delle sue scelte c’è stata davvero una motivazione tattica o meritocratica, il giudizio sul francese sarebbe durissimo. Come è possibile, per dirne una, mandare in campo contemporaneamente due esterni come Maicon e Torosidis lasciando in panchina Florenzi e Digne? I due titolari erano stanchi per l’impegno di Champions? Beh, se due ragazzotti di buona salute sono stanchi a metà settembre, vuol dire che a dicembre saranno da raccogliere con il cucchiaino… Totti ha giocato, ha segnato il suo 300° gol in carriera ma bloccare in panchina Dzeko per settanta minuti è apparsa una soluzione vistosamente toppata. Come sottolineato dai tifosi che invocavano l’ingresso in campo del bosniaco. L’errore di valutazione dell’avversario (e di alcuni uomini in giallorosso…) di Garcia ha dell’incredibile: fare esperimenti con un turn over esagerato (sei innesti dall’inizio, rispetto al Barça) si è rivelato un errore macroscopico. La sensazione che Rudi ogni tanto (spesso…) abbia voglia di fare il fenomeno e di stupire il mondo è sempre molto presente quando si analizzano le prestazioni della Roma. I due gol segnati dal Sassuolo sono stati frutto di uno schema studiato a tavolino e provato mille volte in allenamento da Di Francesco, certo, ma la compartecipazione dell’improvvisata difesa della Roma è stata evidente. Soprattutto per il pressapochismo tattico mostrato dai due esterni bassi, Maicon e Torodisis. In condizioni atletiche peggiori rispetto a quelli che avevano corso e sudato contro i giocolieri del Barça. Inspiegabile, no? Le accuse che nel post partita ha scaricato addosso ai suoi uomini, Garcia dovrebbe muoverle anche, o forse soprattutto, contro se stesso. Rudi è sempre più nel mirino dei tifosi, perché convinti che la rosa a sua disposizione sia da primissimi posti: solo che se il parco-giocatori non viene sfruttato a dovere, tutto diventa inutile. A riportarlo è l’edizione odierna de Il Messaggero.

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