(T. Carmellini) La Roma fa quello che deve contro i fenomeni del Barcellona atterrati con la loro astronave sul prato umido della Capitale. In un Olimpico delle grandi occasioni la squadra di Garcia fa l’unica cosa che può fare in questo momento contro i detentori della Champions: limita i danni. Ne esce un punto bello e importante che fa classifica ma soprattutto morale . Ma c’è tempo per pensare alla gara di ritorno, prima della quale la Roma dovrà confrontarsi con Bate Borisov e Bayer Leverkusen: la vera rivale per la qualificazione al turno successivo. Perché il Barcellona, ieri sera ennesima conferma, è proprio di un altro pianeta. Cosa che nemmeno l’eurogol di Florenzi, migliore dei suoi, è riuscito a far passare in secondo piano. Messi però non riesce a festeggiare la sua centesima uscita in Champions con un successo e Luis Enrique conferma il suo scarso feeling con la Capitale: uscito di scena male quando guidava la Roma e, dopo aver vinto tutto col suo Barcellona, non è riuscito a togliersi la soddisfazione di vincere qui. Scherzi del destino.
I marziani all’Olimpico – Che la Roma avrebbe sofferto era chiaro sin dall’inizio, perché quando quelli li hanno la palla tra i piedi il mondo ti rovina addosso. Non la vedi più, giocano solo loro: movimenti senza palla pazzeschi. Così la squadra di Garcia ha fatto l’unica cosa che poteva: è rimasta dietro coperta aspettando di ripartire in contropiede con la velocità di Salah o sfruttando qualche sponda di Dzeko l’unico a rimanere costantemente in avanti. E può non bastare, perché il tiqui taque del Barça è a tratti irritante, così come una supremazia in tutte le parti del campo.
La svolta di Suarez – Così, inevitabilmente dopo poco più di venti minuti i campioni in carica passano. In realtà l’azione del vantaggio è sporcata da un fallo di Messi su Digne che Van Roekel non vede: sullo sviluppo Suarez porta avanti i suoi. Ma l’arbitro olandese restituirà con gli interessi il maltolto ai giallorossi non fischiando un rigore netto sull’uscita di Szczesny sempre su Suarez.
Messi, Florenzi e l’Eurogol – Il vantaggio non cambia lo spartito della serata, Messi fa e disfa a suo piacimento, ci prova da fuori, più volte ma non trova mai la porta. Poi, accade quello che i tifosi non pensavano potesse mai succedere. Contropiede giallorosso, Florenzi da centrocampo vede il portiere fuori dai suoi pali e spara la botta: palo interno e 1-1. L’Olimpico esplode, è il delirio assoluto come se la Roma avesse vinto la partita: non è così, ma è un bel segnale di vitalità per una squadra che continua comunque a soffrire l’evidente superiorità degli avversari. I numeri del primo tempo: 71% di possesso palla del Barcellona che confeziona 355 passaggi utili contro i 95 della Roma.
Finale di sofferenza – La ripresa non cambia, è sempre il Barcellona a comandare. Dopo un minuto si rompe Szczesny colpito da un fallaccio del solito Suarez. Dentro De Sanctis che nel finale strapperà applausi. E va bene così, perché i tre fischi di Van Roekel arrivano come manna dal cielo, una sorta di liberazione per i tifosi romanisti ai quali poco prima si era bloccato il cuore in petto per la traversa di Messi e un paio di salvataggi in extremis di Manolas. Il bilancio alla fine è positivo, perché un punto contro i «marziani» è da tenere stretto. E ora la Roma andrà il 29 a giocare a casa del Bate Borisov con una consapevolezza in più.
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