(G. Dotto) – Bjorn Kuipers. Sapete chi è? No? E’ quel signore che avrebbe dovuto fare una cosa sola e non l’ha fatta. Fischiare la fine della partita al 31’ e mandare tutti a casa dopo la folle invenzione di Ale Florenzi, il ragazzo che bacia le nonne in tribuna. Quanto meno sospenderla, la partita, per dieci minuti. Lasciare a tutti, a noi, a Ter Stegen, il portiere del Barca, a Florenzi stesso, il tempo di capire che cazzo era successo.
Sembrerebbe che il ragazzo di Vitinia dopo una corsa a perdifiato e sul punto di perdere la palla a mezzo campo, abbia alzato l’occhio furettato e, vedendo lui solo sa cosa, abbia mollato uno schiaffo di destro alla palla che sarebbe, dico sarebbe, ma potrei dire è, tutto lo prova, planata alle spalle del tedescone guantato, colpito il palo destro e finito in fondo al sacco. Il più assurdo, delirante gol dell’ultimo decennio e lo fa senza la nonna in tribuna e contro Messi in campo. Lui per primo si copre il viso, perché solo così, non vedendo, può vedere quanto ha combinato. Ne sta già parlando tutto il mondo.
E’ non solo la follia, ennesima, di Florenzi, ma anche il gol che restituisce energia e fede a una Roma già prossima all’affranto, messa sotto da un gol irregolare di Dracula Suarez, passato dal morso alla strangolatura, e dal controllo palla inesorabile del Barca, qua e là sublimato dalle accensioni di Messi e Neymar. Insomma, Florenzi ha rovesciato il mondo.
La Roma se ne torna a casa con un punto che vale platino, giocando con lucidità assoluta sulle proprie risorse, grande attenzione tattica, la protezione di Szczesny, l’immenso Florenzi (adattato come giocatore di fascia? Già uno dei più forti al mondo), lo stratosferico Manolas e il preziosissimo De Rossi, terzo centrale aggiunto, il mazzo davanti di Dzeko che fa reparto da solo. Avremmo voluto vedere più Iturbe dentro la partita, quando quelli del Barca battevano la fiacca. Il boato dell’Olimpico alla fine suonava intenso, bello e significativo.