(U. Trani) La sfida degli opposti, la debuttante in A che ospita la candidata al titolo, non si fa mancare niente, compreso anche il vezzo di essere il primo derby (regionale) della stagione. Il Matusa, alle ore 18, sarà ovviamente esaurito. Pochi, purtroppo, i 9 mila posti disponibili, con la richiesta dei biglietti che è stata quasi il doppio della capienza dello stadio. E perché il match conta più di quanto si possa pensare. Il Frosinone, pure se il presidente Stirpe tifa giallorosso da sempre, vuole fare i primi passi in classifica e la Roma, anche se mercoledì entrerà in Champions proprio contro i campioni d’Europa del Barcellona, non si può certo permettere di buttare punti per strada se davvero punta con convinzione allo scudetto. Fanno pretattica, se ancora esiste, sia Stellone che Garcia. Ma solo il francese, in questa terza tappa del torneo, ha qualcosa da perdere. Capita sempre al favorito.
DIVARIO EVIDENTE Se il viaggio è breve, 87 km da Trigoria (stamattina la partenza in pullman), il rischio che corre la Roma è invece grande. Sono almeno 3 gli aspetti da non sottovalutare in questa trasferta lampo: 1) la differenza tecnica con l’avversaria può portare i protagonisti a sottovalutare, anche inconsciamente, il match; 2) la distrazione enorme rappresentata dall’impegno prestigioso contro il Barça che mette scontatamente in secondo piano la gara contro il Frosinone; 3) la fastidiosa sosta, dopo sole 2 partite di campionato, per gli impegni delle nazionali che ha interrotto il lavoro di Garcia, con parte dei nuovi giocatori, e non quello del collega Stellone. Il tecnico, per primo, e i giocatori giallorossi non si devono, dunque, fare trovare impreparati. La partita da vincere è questa del Matusa, senza cercare alibi che stavolta proprio non ci sono. La Champions, con la partecipazione per il secondo anno di fila concquistata meritatamente, viene dopo. Il passato non va dimenticato: infinito, o quasi, l’elenco delle sbandate contro le provinciali. La ricchezza della rosa, a prescindere dal monte stipendi (113 milioni a 8, allenatori esclusi…), deve fare la differenza in campo. Il gap è enorme, pesando le individualità delle due formazioni: esperienza, qualità e appunto abbondanza.
ROTAZIONE MIRATA Il dibattito, da giorni, è tutto dedicato al possibile turnover. Dal portiere Szczesny al centravanti Dzeko, protagonisti assoluti contro la Juve: anche loro due, con motivi più o meno validi, sono finiti nel pentolone di Garcia. Che dovrà decidere come comportarsi al momento di scegliere gli ingredienti giusti. La legge di Rudi, nella sua seconda stagione (la prima non fa testo: niente impegni infrasettimanali), è stata coerente: cambiare alla terza partita della settimana. Lo ha detto lui e, spesso, è stato di parola. A parte il convalescente Strootman, l’unico infortunato è Pjanic. Teoricamente il francese potrebbe anche confermare per dieci-undicesimi la squadra capace di battere la Juve. A quanto pare non sarà così. Esagerare con la rotazione, però, potrebbe essere inutile, è solo la terza di campionato, e diventare soprattutto controproducente, cambiando molti interpreti il coro può stonare. La sensazione è che questo turnover sia più dettato dalle emozioni e dai sentimenti. Ambientale, per l’unità del gruppo, più che tecnico, per l’efficacia del sistema di gioco. Spazio ai senatori, per farli sentire coinvolti come gli altri e non emarginati in panchina.
ESORDIO PARTICOLARE Totti si prepara al 24° debutto della sua carriera. Fin qui nemmeno un minuto giocato. Il titolare è Dzeko, 5 gol da quando è giallorosso: 2 in amichevole, 1 in campionato e 2 con la Bosnia. Vederlo fuori sembrerebbe strano. Più probabile che sia ancora titolare e per la prima volta con il capitano come partner. L’assetto è da verificare: il 4-3-1-2 sembra il più adatto, ma non sono da scartare nel il 4-2-3-1 nè il 4-3-3 che però prevede Totti solo da riferimento centrale. De Sanctis spera. Maicon pure, ma Florenzi è pronto oggi come per Neymar. Ruediger, Palmieri, Vainqueur e Ponce sono nell’elenco dei 24 per Frosinone: è la prima convocazione per tutt’e quattro. Il tedesco si lancia su Instagram: «Giocherò». Ha chance, come il francese, di partire dall’inizio.
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