(D. Stoppini) Che poi hai voglia a dire che le partite sono tutte uguali, che Frosinone vale Barcellona. Non è così. Non è così per Seydou Keita, McDonald’s, la Roma, Rudi Garcia e il Sole 24 Ore. Non è così, perché fino a oggi Keita neppure sapeva come fosse fatto, il Matusa. E perché Frosinone neppure immaginava di dover ospitare, lì dentro, milioni di euro sotto forma di calciatori. E coppe in fila, come una bacheca che si muove. Ecco cos’è Keita: una bacheca vivente. Su un campo un bel po’ più stretto dell’amato Camp Nou (3 metri circa) o dell’Olimpico. Eppure il linguaggio dei tre punti è magico, universale: unisce tutto.
IL METEORITE – Opposti contro, il vincente e il debuttante, poco più o poco meno. Uno come Keita, che nel 2002 alzava il primo dei suoi 16 trofei. Era un giovane di belle speranze, tre anni prima era stato pure nominato miglior giocatore del Mondiale Under 20. Poi passò ai fatti. Il 20 aprile 2002 il maliano vinse con il Lorient la Coppa di Francia. Più o meno 24 ore dopo, il Frosinone perdeva in casa con il Martina, Serie C2. Finirà ottavo, senza infamia senza lode. Non fece parlare di sé, insomma: le prime pagine dei giornali ciociari se li prendeva Francesco Storace, romanista, che decideva di presentarsi come capolista An a Frosinone. Non un evento eccezionale. Molto meno di sicuro di quel meteorite di 10 kg che spaventò gli abitanti di Fontana Liri.
CHAMPIONS E MCDONALD’S – Meteorite, non meteora. Il Frosinone, dopo tanta C, nel 2008 vede la Serie B. Asticella alzata. Mai quanto Keita, che lascia la Francia e nel 2008 se ne va al Barcellona. Ci siamo, ecco le coppe. La più importante il 27 maggio 2009, a pochi km da…Frosinone, cioè a Roma: Manchester United battuto, Keita alza gli occhi e le braccia al cielo. In Ciociaria guardano la partita in tv. In campo si coccolano un giovane Eder, ma tre giorni dopo perdono a Grosseto. Mica un problema: molto peggio la classifica sulla qualità della vita del Sole 24 Ore, Frosinone 83a provincia del Paese. Eppure lì il Giro d’Italia decide di passare, il 31 maggio. Settimane di tutto. Di cronaca, quando la Prefettura nega il porto d’armi a Giuseppe Ciarrapico, ex presidente della Roma. E di polemiche, perché McDonald’s pensa bene di commercializzare un panino «ciociaro»: apriti cielo, Frosinone insorge, in quel panino di «original» non c’è niente. La ciccia è solo nella bacheca di Keita. Il 28 maggio 2011 il maliano si prende un’altra Champions, 24 ore prima del saluto alla B del Frosinone: Ciccio Lodi non può nulla, ultimo posto e ritorno in terza serie. Nuovo ciclo, nuovo allenatore. Chi? Carlo Sabatini, fratello di Walter, l’uomo che ha portato Keita a Roma, d.s. con sogni di scudetto. Quei sogni che Seydou ha provato a portare in Cina: contratto milionario firmato l’8 luglio 2012. Il 13 Stellone prende la panchina del Frosinone. È l’inizio di una nuova era. Che a giugno 2014 vede il capitolo finale: il 5 Seydou firma con la Roma, 48 ore più tardi il Frosinone trionfa a Lecce e torna in B. Le strade si avvicinano, oggi l’incrocio mai immaginato. Per una volta, Keita e Frosinone finiscono nelle stesse pagine del giornale.
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