Una sfida non proprio semplice per l’imprenditore Parnasi. Non c’è pace per il «progetto definitivo» del nuovo stadio di Roma a Tor di Valle. I dossier dell’Amministrazione capitolina sono chiari: non si tratta di un «progetto definitivo». Anzi, sembra che l’impresa sia in alto mare, perché risultano carenze del progetto per mancanza di documenti, problematiche connesse alla viabilità stradale e della metropolitana, oltre a questioni ambientali per possibili allagamenti. Questi i crucci che si trova a dover risolvere Parnasi. Tra l’altro è stato lo stesso assessore all’Urbanistica, Giovanni Caudo, a ricordare che «se lo stadio si farà sarà un bene per la città, se non si farà vorrà dire che l’imprenditore non è stato all’altezza della sfida». I dubbi, infatti, sono tanti. Perché i dossier del Comune parlano chiaro e sottolineano che ci saranno inevitabili ritardi. Ci sono otto relazioni: urbanistica, mobilità, ambiente, sport, protezione civile, lavori pubblici e attività produttive. Un maxi-dossier messo a punto dal gruppo di lavoro interassessorile sul cosiddetto «progetto definitivo» dello stadio che, tuttavia, di «definitivo» ha ben poco.
I nei sono tanti. Nei dossier si legge che «ad una prima disamina del progetto definitivo» si rileva «la necessità di integrare la documentazione al fine di acquisire le adeguate caratteristiche di progetto definitivo ai sensi della legge Stadi (la finanziaria 2014) anche al fine di poter valutare nella fase decisionale la necessaria e condizionale coerenza tra i dati contenuti nella scheda allegata alla Delibera di pubblico interesse e quelli del progetto definitivo». Non bastasse, il Comune ha anche puntualizzato sul progetto che «non si trova riscontro nel progetto delle seguenti prescrizioni: adeguamento via del Mare-Ostiense; deroghe al regolamento viario del Piano generale del Traffico urbano (Pgtu); non viene definito il costo delle opere a carico del proponente; mancano i progetti di connessione fra la locale pista ciclabile esistente e il nuovo ponte ciclo pedonale in progettazione». Di non poco conto anche le questioni del collegamento con la metropolitana del nuovo stadio a Tor di Valle. La relazione prevede 4 scenari alternativi: «La diramazione della B; la diramazione della B senza spostamento del binario; il potenziamento della Roma-Lido; il potenziamento della Roma-Lido con tronchino a Tor di Valle di maggiore ampiezza». Ma da Atac è giunto un duro stop, per la criticità di un intervento sulla Metro B: «C’è carenza di documentazione inerente gli aspetti relativi all’esercizio; riduzione dell’offerta con una flessione del 40% rispetto all’attuale servizio; compromissione della regolarità del servizio creando problemi alla B-B1 tali da coinvolgere 2-300mila utenti; incremento di rete con conseguente incremento di costi di esercizio per l’esercente».
Insomma, una brutta grana. A tutte queste criticità, si aggiungano le problematiche ambientali: «Nel progetto di aggiornamento del Piano di Bacino (del Tevere) parte dell’area interessata è classificata come altre aree soggette ad allagabilità del reticolo secondario». E conclude: «Dalla relazione preliminare di Valutazione di impatto ambientale (Via) si evince che le problematiche (di rischio allagamento) sono state prese in considerazione ma, quando si è trattato di proporre le misure di mitigazione, queste ultime appaiono vaghe e superficiali». A riportarlo è l’edizione odierna de Il Tempo.